di Gian J. Morici
Censure di Stato. Quanto di più vile e squallido possa esserci per chi rappresenta le Istituzioni. Responsabilità ampiamente stigmatizzate dal Generale Fernando Termentini, che nel corso dell’audizione in Commissione, ha smentito le dichiarazioni del Generale Covato che è stato denunciato alla Procura.
A seguito di quanto emerso dai lavori della Commissione Parlamentare, siamo tornati ad intervistare il Generale Termentini, la cui testimonianza ha chiarito molti degli aspetti taciuti o negati in precedenza dai rappresentanti del nostro governo.
Generale, lei è stato uno dei protagonisti di questa battaglia volta a far chiarezza sulle conseguenze che l’esposizione a uranio impoverito aveva avuto sui nostri militari impegnati nelle missioni all’estero. Il 16 novembre, la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio ha ascoltato il Generale Carmelo Covato come persona a conoscenza dei fatti, dopo che lo stesso, l’8 novembre scorso, era passato al TG2 sulla questione dei militari morti o malati in seguito a contatto con uranio impoverito. A seguito del suo intervento, nel corso della stessa audizione, la Commissione ha deciso di inviare il fascicolo alla Procura. È di questi giorni la notizia che la Commissione, per la prima volta, ha dichiarato l’esistenza del nesso causa-effetto in merito ai tanti casi di patologie degenerative che hanno visto molti nostri soldati ammalarsi a seguito dell’esposizione a uranio impoverito. Il nostro governo e i vertici militari, sapevano dei rischi che correvano i nostri militari nel corso di queste missioni?
Se i nostri politici od i vertici delle FF.AA. sapessero della pericolosità dell’Uranio Impoverito è difficile dirlo senza riscontri specifici. E’ lecito comunque supporre che qualcosa fosse noto altrimenti non ci sarebbe stato motivo di essere che i militari fossero dotati di indumenti protettivi come dichiarato dal Gen Covato in Sede dell’audizione a cui lei fa riferimento. Non è logico, infatti, pensare che si provveda a distribuire materiale peculiare come indumenti protettivi NBC se non esiste una minaccia specifica oggettivata dalla presenza di materiale pericoloso sul terreno .
Noi non sapevamo nulla della presenza del DU come ho avuto modo di dichiarare in sede di audizione. Non solo nei Balcani ma anche chi come me è stato impiegato in Kuwait alla fine della Prima Guerra del Golfo, in Somalia, in Afghanistan ed in Bosnia.
La cosiddetta “Sindrome dei Balcani” è sempre stata taciuta, se non negata, dal governo, eppure più sentenze avevano confermato che l’esposizione all’uranio era causa d’insorgenza di tumori. Secondo lei, per quale motivo non si è mai voluto ammettere che i nostri soldati erano stati esposti a questi rischi; ragioni economiche, come nel caso dei risarcimenti dovuti, o responsabilità ancor più gravi e anche soggettive?
Credo che i motivi per cui non è stata mai ammessa la pericolosità della presenza sul territorio dell’Uranio Impoverito sia connessa a più motivi. Il primo quello di nascondere la mancata informazione dei militari, il secondo quello economico dei risarcimenti ed il terzo, forse il più importante quello di dare alle popolazioni locali lo spunto per risarcimenti faraonici. Da non sottacere nemmeno che l’unica dichiarazione ufficiale sull’Uranio Impoverito” fu fatta dall’allora Ministro della Difesa, l’attuale Presidente della Repubblica che negò ogni pericolosità.
Vuol dirci come la commissione è oggi arrivata alla conclusione che le patologie che hanno colpito i nostri soldati e l’esposizione a uranio impoverito sono strettamente collegate?
La Commissione è arrivata alla conclusioni ormai note attraverso testimonianze dirette di esperti e militari e riscontrando i fatti.
In materia sono stati presentati oltre 300 atti parlamentari, senza che si ottenessero mai risposte soddisfacenti. Cosa pensa sia cambiato perché si riuscisse ad arrivare alle conclusioni odierne?
Credo che alle conclusioni odierne ci si sia arrivati solo per l’onestà intellettuale e personale di alcuni componenti della Commissione
Non v’è quindi dubbio che i vertici dei governi che si sono succeduti non potevano non essere a conoscenza dei rischi. Vuol farci un quadro di cosa accadde in quegli anni di silenzi?
Durante il periodo trascorso fino ad oggi la classe politica ha sempre disatteso il problema ignorandolo sperando che il tempo cancellasse il problema. Intanto circa 5500 persone si sono ammalate e 350 sono morte.
Cosa cambierà a seguito di quanto emerso dai lavori di questa Commissione?
Credo che quantomeno l riconoscimento della Commissione rappresenti un segnale per la classe politica che sono finiti i tempi quando i problemi venivano cancellati dall’oblio della memoria. Inoltre sul piano legale si sono offerti nuovi spunti per chiedere i risarcimenti per i danni subiti
Personalmente oggi ho avviato un’iniziativa con un’Associazione per la tutela dei diritti dei militari ed in allegato quanto ho pubblicato su Facebook per divulgare l’iniziativa
INTESA per le FF.AA.
ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA DEI DIRITTI DEL PERSONALE DELLE FF.AA. E DEI CORPI ARMATI DELLO STATO AD ORDINAMENTO CIVILE E MILITARE
Il 7 febbraio è un giorno da ricordare per l’Italia! Una Commissione Parlamentare ha riconosciuto la pericolosità sanitaria dei materiali presenti nei siti/aree/poligoni dove sono chiamati ad operare i nostri militari. Uranio impoverito, polveri sottili da metalli pesanti, agenti tossici in generale, che, uniti allo stress a cui è sottoposto un militare operazioni possono provocare gravi patologie sanitarie.
Una decisione “coraggiosa” quella della Commissione, che mi spinge a rivitalizzare un’Associazione da tempo costituita, con lo scopo di “garantire” al personale civile e militare che contrae malattie connessi alle attività svolte in ambienti inquinati.
Un’Associazione di cui sono Presidente e di cui fanno parte due “Studi Legali” (Parente e Murano), ex colleghi e strutture mediche specialistiche che saranno attivate di volta in volta al nascere dell’esigenza. In sintesi, una Associazione creata con lo scopo non solamente “primario” di difendere il Personale Militare e Civile che subisce danni derivanti dalle zone in cui è stato comandato ad operare, ma anche il compito di essere vicini ai familiari ed assisterli in questa infausta evenienza.
Un Osservatorio costituito da persone pronte ad occuparsi anche di coloro che lo Stato lascia nelle mani di Paese Terzo come avvenuto per i due Fucilieri di Marina ed a monitorare gli eventuali danni fisici indotti dal tipo di attività svolte, per analizzarne i motivi, gestirne le cause e trovare rimedi preventivi anche interfacciandosi con le Istituzioni di cui fanno parte gli interessati.
Una struttura che nel pieno rispetto della privacy di ciascuno sarà predisposta per raccogliere dati e monitorare, a fine missione, lo stato di salute degli interessati, in modo da disporre i dati utili per eventuali indagini statistiche che saranno svolte con il pieno consenso dei singoli soggetti.
L’operatività dell’Associazione sarà regolata da apposito statuto che verrà sottoposto all’attenzione dei Soci o aspiranti tali, in sede congressuale che sarà svolto fra due o tre mesi.
Auspicando di aver colto le aspettative di chi è destinato ad impegnarsi per lo Stato in aree a rischio auspico una significativa adesione all’Associazione sottoscrivendo il modulo allegato in modo da poter lanciare un convegno fra due/tre mesi e renderla operativa con il concorso di tutti. Per eventuali approfondimenti potete scrivermi all’indirizzo ftermentini@gmail.com
I moduli dovranno essere inviati in via telematica al Segretario Operativo Fortunato Galtieri, Ufficiale dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” all’indirizzo fortunato.galtieri@hotmail.com
Grazie per la fiducia che continuate a dimostrarmi!
Fernando TERMENTINI (ftermentini@gmail.com)
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