Se per alcuni osservatori, sempre più sparuti, il Venezuela di Maduro non è ancora una dittatura i fatti parlano chiaro. Anche Jean-Luc Mélenchon, storico politico del comunismo francese, arrivato quarto al primo turno delle presidenziali francesi con un risultato più che onorevole per il suo partito “les Insoumis” comincia ad allentare il proprio sostegno. Dopo Chavez, il metodo Maduro è difficile da difendere. Pochi giorni fa il battagliero Mélenchon è riuscito comunque a dichiarare che in Venezuela “Il principale responsabile dei disordini e dei tentativi di guerra civile è l’imperialismo americano.”.
Ha poi cercato di recuperare puntando il dito sugli interessi USA in questo paese petrolifero ma la frase è detta.
Resta il fatto che oggi Nicolas Maduro ha con sé le forze armate, che l’opposizione è disarmata di fronte alla dittatura che ha fatto già almeno 140 morti più gli arresti di oppositori torturati nelle carcerati venezuelane. Testimoni parlano di sevizie sessuali, pestaggi e scariche elettriche.
L’Assemblea costituente, recentemente formata, vede coinvolti ben otto responsabili, compreso un fratello del defunto ex presidente Chavez, ai quali gli USA hanno congelato i beni. La Costituente é rigettata da gran parte della comunità internazionale ma questo non sembra smuovere nulla. Anzi, i deputati minacciati dalle sanzioni hanno ottenuto l’immunità. Non vale per tutti però. La Costituente si è lanciata in una caccia alle streghe ed ha votato una “commissione verità” incaricata di studiare i casi di violenze politiche dal 1999 e chiesto a Maduro di togliere l’immunità al campo avverso per poter mandare in prigione gli oppositori.
L’ONU ha denunciato l’eccessivo uso della forza, il Canada e 12 paesi d’America latina hanno denunciato il mancato rispetto dell’ordine democratico, l’UE ha criticato la radicalizzazione del governo venezuelano.
A nulla sono servite le proteste internazionali. Restano al fianco di maduro: Cina, Russia, Bolivia ed Equador.
Il Venezuela, che grazie al petrolio fu il più ricco del Sudamerica sprofonda nella povertà. Mancano cibo e farmaci.
Nel lungo elenco delle esazioni del governo Maduro possiamo aggiungere la chiusura di 49 media ed il mandato di cattura internazionale lanciato contro l’ex Magistrato Luisa Ortega Diaz che è fuggita dopo la sua destituzione. Mentre la sua abitazione è perquisita , il suo successore Tareq William Saab, ha chiesto anche l’arresto del marito che l’accompagna. Il Brasile ha proposto asilo all’ex procuratrice.
Questo week-end Maduro ha “messo in piazza” 200.000 soldati e 700.000 miliziani, riservisti e civili per delle manovre militari destinate ad impressionare gli USA dopo le nuove sanzioni indette dal Presidente Trump fra le quali il divieto di acquisto delle obbligazioni emesse dal governo venezuelano e dalal compagnia petrolifera di Stato PDVSA. Misure volte a spezzare la tirannia di Maduro. La Casa Bianca ha dichiarato “Queste misure sono state attentamente studiate per privare Maduro di una fonte cruciale di finanziamento”. Il rappresentante venezuelano presso l’ONU ha reagito per timore che gli USA “creino una grave crisi umanitaria in Venezuela”.
Tra prove di forza militari ed economiche il popolo venezuelano è preso in trappola ma le manifestazioni continuano. Forse i moniti della comunità internazionale sono troppo fievoli ed inefficaci ma non si è ancora trovata una soluzione all’avvento delle dittature. Mancanza di mezzi giuridici o di volonta?
Luisa Pace
“Il Venezuela che grazie al petrolio fu il più ricco del Sudamerica”
Involontaria comicità.