Il provvedimento del Ministero della Giustizia che, aderendo alla proposta del Procuratore Capo Lo Voi di Palermo, ha risolto il rebus della richiesta di “bilocazione” del P.M. Di Matteo semplicemente facendolo restare (mediante ritardato possesso della nuova carica) dove sta e vuole rimanere, dribblando la soluzione del trasferimento – con applicazione “in trasferta” – al posto dove sta del primatista di cittadinanze onorarie nel firmamento delle Cinque Stelle, ha fatto subito scattare, cioè “nuovamente scattare”, non potendosi dire riscattare, la massima allerta per la sicurezza del magistrato, la cui “condanna a morte” mediante bidone di esplosivo emessa da Totò Riina (ad un certo punto si disse, però, da Messina Denaro) è evidentemente “sospesa” in attesa della definizione della situazione giuridico-economica del condannato. La tesi da noi avanzata che la mafia non uccide magistrati in trasferta, tale riconosciuta con il pagamento della relativa indennità, otterrebbe così una ulteriore conferma.
A strillare per la nuova “massima allerta per la sicurezza di Di Matteo” privato del riconoscimento della “trasferta” per rimanere dov’è, è, manco a dirlo, il giornale on line del Guru Bongiovanni, che annunzia sull’argomento uno “speciale rischio attentato Di Matteo” a Radio IN con la partecipazione di noti mafiologhi oltre che del Guru.
Non si sa chi di essi tratterà la questione dell’effetto “protettivo” o “sospensivo della condanna a morte” dell’indennità, scusate, della “trasferta”, in luogo del differimento della partenza da Palermo.
Scherzare su certi argomenti è sicuramente riprovevole ed anche un po’ macabro (con i dovuti scongiuri) ma, ovviamente, c’è chi fa qualcosa di più che scherzarci. E questo è, oltre che osceno, delittuoso.
Mauro Mellini