Intervento della Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini:
“Saluto l’onorevole Gianni Melilla che ha promosso questo incontro, la Sottosegretaria all’Ambiente Barbara Degani, il Presidente della Commissione Ambiente Ermete Realacci, gli altri relatori e tutte le persone presenti.
Ho l’impressione che il tema della protezione dell’ambiente, oltre ad essere uno snodo importante per il futuro del nostro pianeta, sarà sempre più un tema di profonda tensione politica.
Perché dico questo? Perché con l’accordo di Parigi sul clima c’era stato un momento di grande ottimismo, per una prima intesa veramente globale su questo argomento. E sembrava che ci fosse un impegno da parte di tutti gli Stati, che si fosse capito che su questo tema non c’è più tempo da perdere.
Ma poi è successo qualcosa. Alla Casa Bianca è stata eletta una personalità politica che in campagna elettorale aveva sostenuto che il “global warming”, il riscaldamento globale, non fosse altro che una congettura della Cina per comprimere l’economia statunitense, e che quindi si poteva uscire, si poteva anche ritirare la firma da quell’accordo.
C’è chi ancora dice: ma quello era il Trump della campagna elettorale, ora che è a Washington vedremo come sarà “the real Donald”. Ma dalle sue prime mosse si può vedere che c’è coerenza tra il candidato e il Presidente. Sul muro alla frontiera con il Messico, sulla riduzione dell’Obamacare e sull’uscita dal TTP, sta mettendo concretamente in pratica quello che aveva promesso in campagna elettorale.
E dunque si potrebbe arrivare all’ipotesi di uscire dall’accordo, quell’accordo che a fatica aveva visto l’Europa insieme, forte, parlare ad una sola voce, capace di far da traino. Ma se così dovesse essere, l’Europa deve battere un colpo, deve riuscire a farsi capofila di una cordata di Paesi assolutamente convinti che quell’accordo debba essere rispettato.
E il nostro Paese deve essere in prima fila, perché l’Italia in questa legislatura sull’ambiente ha fatto cose importanti. Oltre ad aver ratificato l’accordo di Parigi, noi abbiamo fatto leggi rilevanti. Il Presidente della Commissione Ambiente potrà dare più dettagli, ma intanto ricordo che abbiamo varato la legge sugli ecoreati, e misure sulla green economy contenute nel collegato ambientale del 2015; inoltre nella riforma della legge di Bilancio abbiamo introdotto per la prima volta gli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile ( BES) previsti nella riforma della legge di bilancio.
Questo per dire che anche nel mondo politico sta maturando la consapevolezza dell’importanza della materia ambientale, così come mi pare che stia maturando anche nell’opinione pubblica. La tutela dell’ambiente è una grande opportunità per il nostro Paese. E i nostri giovani lo stanno capendo bene. L’applicazione di politiche ambientali può essere leva per una importante leva per l’occupazione e per una crescita più sostenibile.
Di queste politiche la valorizzazione dei parchi e delle riserve naturali è una componente essenziale. Nel nostro Paese le aree protette rappresentano una realtà molto rilevante che copre oltre il 10 % del territorio. Abbiamo numeri lusinghieri, dobbiamo essene orgogliosi: 24 parchi nazionali e 134 regionali, 147 riserve naturali statali e 365 regionali, 27 aree marine protette.
Grazie a questa aree abbiamo salvato dalla speculazione edilizia e dalla cementificazione una bella fetta del nostro territorio.
I parchi fanno questo: frenano il consumo del suolo.
I parchi purificano l’aria che respiriamo.
I parchi garantiscono la sopravvivenza di specie di animali altrimenti già estinte.
I parchi valorizzano la straordinaria presenza di borghi storici, stimolano un’agricoltura sana, un turismo consapevole. Tutto questo è legato ai parchi. Grazie ai parchi si arriva ad esprimere una visione che va oltre i parchi stessi.
Nei parchi si vive meglio, si conosce la natura e si impara a rispettarla. Tutte le scuole dovrebbero organizzare gite, viaggi, presenze dei giovani nei parchi e nelle riserve naturali. Perché nei parchi si impara uno stile di vita: il rispetto delle altre persone, dell’antico, della natura, e tutto questo ci serve ad essere più consapevoli.
I parchi sono uno strumento prezioso di cura del territorio.
E quanto ci sia bisogno di una costante manutenzione del nostro territorio ce lo dicono anche gli effetti drammatici del terremoto. L’Italia centrale, forse una delle parti più belle del nostro Paese, vive da agosto uno stillicidio che sta mettendo in ginocchio milioni di persone.
Bisogna capire che se c’è bisogno di una grande opera nel nostro Paese, quella grande opera è la messa in sicurezza del nostro territorio. Non c’è nessun’altra opera più importante di questa. Noi dobbiamo convivere con questi fenomeni, ma dobbiamo farlo in modo da proteggere i nostri cittadini. E allora ci vuole una classe dirigente capace di avere una visione e guardare oltre le prossime elezioni, capace di programmare, di dare respiro alla propria azione politica.
Dobbiamo cercare di mettere in atto politiche che non si esauriscono nel breve tempo, ma nel medio e lungo periodo. E nel fare questo abbiamo bisogno della partecipazione dei cittadini. Ieri ho incontrato qui una delegazione di cittadini delle zone terremotate, che hanno manifestato in piazza SS Apostoli. Erano molto provati, esasperati. Ma ancora credono nelle istituzioni e nella soluzione congiunta. Dobbiamo fare grandi assemblee, dobbiamo ascoltarli, dobbiamo renderli parte delle soluzioni, perché altrimenti finisce che i cittadini neanche sanno quello che si decide, e magari non arriva loro nemmeno l’informazione giusta, e non sanno le cose che possono fare. Quindi partecipazione e coinvolgimento delle persone nelle scelte di medio e di lungo termine, come si deve fare in un Paese che guarda al futuro senza paura.
Sono grata alla Commissione Ambiente della Camera, che sta discutendo la legge, già approvata dal Senato, che modifica la normativa del 1991 sulle aree protette. E’ importante, Presidente Realacci, che si facciano queste audizioni ad ampio raggio. E’ anche questo un modo partecipativo di includere esperti e società civile nelle decisioni del legislatore: che saranno tanto più efficaci quanto più quelle audizioni verranno prese in considerazione.
Dal destino dei parchi e delle riserve naturali dipende la qualità della vita e dello sviluppo del nostro Paese.
Per questo ringrazio ancora chi ha organizzato questo incontro e auguro alla Commissione Ambiente e a tutti voi buon lavoro”.