Roma – Gennaio 2017. Avremmo voluto parlare di assunzioni LSU, di disposizioni incentivanti per gli enti, avremmo voluto tutti poter scrivere la parola fine precariato, ma la finanziaria e l’ultimo decreto Milleproroghe, spacciato quale ancora di salvezza per i precari pubblici, non lo consentono.
Mai come in questo inizio d’anno i precari lsu fanno i conti con un Ministero del Lavoro, ancora a guida Poletti, incapace di assumersi le responsabilità di sostenere per legge assunzioni vere negli enti locali e di autorizzare l’INPS ad anticipare gli assegni di gennaio e febbraio, demandando vigliaccamente alle Regioni l’onere di prorogare, ognuna per sé, le attività in corso, in assenza di convenzioni firmate. Ma anche quando le Regioni intervenissero, come stanno già facendo con delibere di proroga a cadenza mensile, chi pagherà i lavoratori e con quale tempistica?
Il Ministero del Lavoro non intende prorogare il rinnovo se non dopo l’approvazione della Corte dei Conti (che ricordiamo, lo scorso anno per il Lazio ha determinato lo slittamento del pagamento delle mensilità di 3 mesi) che significa lasciare migliaia di persone senza reddito e certezze. Vergognosamente impone alle regioni programmi di riduzione del bacino, condizione posta dalla Corte dei Conti per il rinnovo delle convenzioni, sapendo già che senza alcun intervento normativo e finanziario centrale a favore degli enti locali, lo svuotamento si ottiene solo cacciando i lavoratori, prima con induzione incentivata alla fuoriuscita poi con lo stop alle convenzioni e alle attività.
USB già nel corso del 2016 aveva allertato i lavoratori sui rilievi della CdC (anche giusti) prevedendo il rischio di un possibile arretramento se il Governo non avesse adottato misure adeguate per facilitare le assunzioni. Oggi purtroppo, questa è una drammatica realtà. Sarebbe bastato un emendamento all’art 17 del decreto sugli enti locali del 2016 per consentire l’assunzione a tempo indeterminato di migliaia di precari LSU e ASU, compresi i 5000 calabresi con contratto a tempo determinato, ma nè la Madia né Poletti e tutto il cucuzzaro Gentiloni hanno voluto approvare la norma necessaria che USB ha proposto.
Inoltre i comuni che hanno deliberato a seguito di nota regionale, troveranno chiuso il portale di Italia Lavoro (nel frattempo passata nell’Agenzia Nazionale Anpal) e non potranno inserire i dati del monitoraggio, Questo lascia presagire un allungamento imprevedibile dei tempi di pagamento.
Non ci sono mai piaciute le proroghe della condizione di precarietà, tuttavia necessarie per raggiungere l’obiettivo delle assunzioni nei servizi ricoperti da 20 anni e garantire un reddito minimo ai lavoratori, ma oggi con graduatorie regionali approvate e vigenti, per le quali abbiamo lottato duramente e insieme ai lavoratori per anni, non possiamo permettere la sospensione delle attività e degli assegni mensili, tantomeno la stabilizzazione prevista dalla legge!!!
La mobilitazione è d’obbligo e possiamo farla solo noi.
Elisabetta Callari – USB Enti Locali
Aldo Mucci – USB LSU Sicilia