L’arresto dell’ahimè avvocato Arnone ha fatto davvero tirare un sospiro di sollievo alla città di Agrigento. Ma a manifestarsi con un improvviso pseudo-garantismo sono stati solo due o tre ex compari delle ultime baggianate di questo singolare figuro che cercano di farlo passare più vittima di una “persecuzione” (di quelle che egli mise in atto sistematicamente prima di capitombolare in varie avventure più ridicole che altro).
In realtà l’arresto, una volta tanto, è fondato sull’esigenza di impedire la continuazione di altrimenti persistenti attività delittuose indiscutibilmente realizzatesi.
Un’attività delittuosa resa possibile da una insana e grottesca paura che la “denunzia facile” del cosiddetto ambientalista e la facile accoglienza che in passato essa trovava in Procura, ha reso purtroppo possibile. Oggi in Città le “imprese” donchisciottesche (ad esser benevoli) di Arnone fanno più che altro ridere. Ma la gente ha paura (brutta cosa, la paura!!!) e sfiducia di quelli che in passato hanno avuto paura di questo emblematico personaggio. E dei suoi ex complici.
E’ avvenuto per lui quello che avveniva per certi personaggi mafiosi e para-mafiosi. Il fatto che le loro malefatte, ben note, non trovassero da parte dell’apparato Giudiziario e di Polizia quella reazione che non manca di fronte a quelle di altri, è stato (ed è, non solo in questo caso) motivo di intimidazione per la gente dabbene. Che “preferisce non averci a che fare”, tenersi alla larga. Mormorare, non parlare a voce alta.
E’ cosa tristissima, grottesca ed un po’ ridicola, foriera di ogni pubblica sciagura. E le sciagure, molte delle quali provocate da questo Arnone e dai suoi sodali e “persone che di lui avevano paura” del momento, non sono mancate ad Agrigento.
Non è certo il “garantismo”, come vorrebbe qualche interessato imbecille, che viene in ballo se, ancora impaurita, la gente tira un sospiro di sollievo quando un prepotente seriale inciampa in un ritrovato coraggio della legge.
Ci vorrà del tempo perché i guasti di una incredibile situazione durata anni siano riparati.
Ripetiamo: meglio tardi che mai.
Mauro Mellini
E’ legittimo chiedersi: Cosa avrebbe potuto fare Arnone nel passato, se altri non gli avessero concesso mano libera ed impunità? Solo il suo “delirio di onnipotenza” ha potuto fare innescare un processo di implosione che lo ha finalmente neutralizzato.