Ai sindaci procedure più semplici ma saggezza
“La sintesi è siamo in presenza di una situazione eccezionale di cui tutti dobbiamo farcene carico. Hanno ragione i sindaci che chiedono più libertà nelle procedure e noi ci attrezziamo a dargliela sempre con saggezza e equilibrio perché non possiamo avere la certezza di come si spendono i soldi”. Lo afferma il premier Matteo Renzi a ‘Effetto giorno’, su Radio24.
Sul terremoto
“Il problema non sono i soldi. I soldi ci sono. Tutto quello che servirà per la ricostruzione, dalle case alle chiese, lo mettiamo” e prosegue: “Ma bisogna essere molto seri e applicare il buon senso” ed “evitare che qualcuno ne approfitti” per commettere illeciti.
Gare monitorate da Cantone – Tronca
“Il decreto” di venerdì sul terremoto “semplificherà le regole ma non annullerà i controlli“. “Sì a regole più semplici ma certezza assoluta della trasparenza, con gare monitorate dalla struttura guidata da Cantone e Tronca“. Il premier conferma così che al presidente Anac Raffaele Cantone, sul monitoraggio degli appalti per i territori colpiti dal terremoto, sia affiancato il prefetto Francesco Paolo Tronca.
Alzare il deficit? Ora no ma serve il Sì
Le risorse per il terremoto “sono già stanziate nel piano pluriennale di legge di bilancio. Già sul 2017 c’è uno spazio di 3 miliardi, diventano 5 o 6 nel 2018. Non c’è uno stanziamento puntuale perché ancora non si sa quanto servirà. Ci sono spazi di azione. Poi se ci sarà bisogno di ulteriori spazi di deficit, metteremo i denari necessari. Al momento non ve n’è la necessità“. “Per il Parlamento è fissato al 2,4%, nella nostra bozza al 2,3%“.
Soldi edilizia scuole fuori patto di stabilità
“Se un sindaco di un comune anche non terremotato, oggi è nelle condizioni di dover mettere a posto la propria scuola io dico a lui ‘fai il progetto perché i denari li liberiamo, sono fuori dal computo del patto di stabilità‘. Non si viola il patto di stabilità, questi soldi sono fuori dal patto di stabilità“.
UE, non ci faccia solo la morale
“Noi siamo al 2,3% di rapporto tra deficit e Pil, la Francia è sopra il 3% e non rispetta neanche Maastricht. L’Europa oltre a che a dire, inizi anche un po’ a dare all’Italia, visto che ogni anno mettiamo 20 miliardi e ne riceviamo 12” e non riceviamo sostegno degli altri Paesi sull’immigrazione. “Prendono i nostri soldi e poi ci fanno anche la morale…“.
I paesi dell’Est UE non possono solo prendere i soldi
“Quando c’è stato Monti l’Italia ha chiuso un bilancio europeo in cui diamo 20 miliardi e ne ricaviamo 12. In questo meccanismo Orban va a nozze. I Paesi dell’Est recuperano dalle tasse italiane ciò che serve per il loro Paese. Ma questi Paesi che non possono pensare di prendere soltanto“. Lo afferma il premier Matteo Renzi confermando che, se i Paesi Ue non rispetteranno le regole, l’Italia metterà il veto sul bilancio 2020-2026: “più oneri e onori per tutti, adesso l’Italia si fa rispettare“.
“La frizione con Bruxellesc’è da sempre, se diamo ascolto al continuo chiacchiericcio che si sviluppa non attraverso documenti ufficiali ma attraverso le indiscrezioni sussurrate a un giornalista. E’ un grandissima bolla mediatica, un Truman Show che appassiona gli addetti ai lavori“.
“L’ordinanza di emergenza dopo le nuove scosse è già stata fatta. Poi c’è un decreto legge fatto a fine settembre e già in discussione in Parlamento e un altro decreto che sarà fatto venerdì. I due decreti potrebbero anche confluire in un unico atto, lo vedremo, ma è tecnica parlamentare“.
Lo spread? Il mondo aspetta che l’Italia scelga un futuro
“Io penso che l’Italia abbia possibilità di entrare nel futuro, poi il governo si farà con le elezioni. Ovvio che il mondo si aspetta che l’Italia scelga il futuro“. Questo il commento sull’attesa internazionale, anche dei mercati e nelle oscillazioni dello spread, in vista del voto referendario. “E’ evidente che da qui ai prossimi giorni ci sarà una discussione sui sondaggi, guardate anche cosa accade negli Usa, ma decidono i cittadini“, aggiunge il premier.
“Sono finiti i tempi in cui il giorno dopo il terremoto si annunciava un aumento della benzina e delle sigarette e il presidente del Consiglio andava sul luogo del terremoto tre mesi dopo. Io sono andato il giorno dopo e non aumento le tasse: nel tempo in cui faccio il presidente del Consiglio io non si aumentano le tasse“.
Referendum – Chiaro che faccio se vince il NO
“Se vince il No l’Italia perde un’occasione, se il Sì si semplifica. Non voglio parlare di quel che faccio io. Quello che faccio è chiaro da sempre“. Così risponde a chi gli domanda se si dimetterà in caso di vittoria del No al referendum. “Ho molta autostima, secondo alcuni troppa – aggiunge – ma sono ben consapevole che il mio destino personale vale molto meno della riforma costituzionale che è per i nostri figli”.
“Questo è un referendum su cui l’Italia si gioca il proprio domani e il 5 dicembre la domanda sarà se l’Italia è in condizione di essere un Paese più semplice e in grado di affrontare la globalizzazione“.
“Qui ci sono i cittadini che votano, come si fa ad avere paura della democrazia?”, aggiunge con riferimento all’esito del referendum”.
Migranti – L’Italia si fa rispettare
“Il bilancio europeo dal 2020 al 2026“, che si discute tre anni prima, ovvero nel 2017, “può vedere un’Italia dei tecnici o un governo dei politici in grado di dire ‘è finita la pacchia’, sull’immigrazione non ci lasciate soli. Adesso l’Italia si fa rispettare e dirlo è un fatto di buon senso“. E sullo scontro con il premier ungherese Viktor Orban il capo del governo italiano sottolinea: “nessuno scontro, Orban che è una persone intelligente anche se io non condivido nulla della sua politica, ha perfettamente capito che nella politica italiana c’è stato un cambiamento strutturale“.