Ha aspettato l’ultimo momento, ha voluto compiere con il calendario questa sua ultima prepotenza, non ha consultato, come è consuetudine, le Opposizioni. Ha dovuto fissare la data del voto per il referendum sulla sua cosiddetta riforma costituzionale. Ci lascerà finalmente VOTARE IL 4 DICEMBRE.
Tra 67 giorni si giuoca la decenza, la funzione stessa e l’appartenenza morale e politica a tutti gli Italiani della Carta Costituzionale della Repubblica.
Il significato del voto è chiaro: è l’ultima occasione per dire NO ad una Costituzione “ad personam”, concepita per le esigenze di un Governo non votato dal Popolo, di una maggioranza, di un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale, per garantire non la governabilità, ma la ricettazione del potere per un Governo di inetti e di mendicanti del potere.
Il NO è in vantaggio ed in crescita nei sondaggi. Il SI ha dalla sua parte tutti i tradizionali padroni dei poterei reali: i giornaloni, la finanza “etrusca”, gli industriali parassiti accaparratori di appalti, forniture e servizi pubblici. Vedremo prevaricazioni e tentativi di barare di ogni genere.
Abbiamo dalla nostra parte la ragione e tutte le ragioni. Che possono essere tutte e possono, come è accaduto di frequente, essere ridotte a niente.
Abbiamo 67 giorni per far aprire gli occhi a chi si ostina a tenerli chiusi, per spiegare a tutti, con i poveri nostri mezzi e con tutti i nostri formidabili argomenti, che non è vero che “nuovo è bello”, che non è vero che le 476 parole che si vuole sostituiscano le 9 attuali dell’articolo 70 della Costituzione con 10 diversi modi di approvare le leggi invece di uno solo non sono una “semplificazione”, ma la mostruosa prevaricazione dell’asinità dei malfattori del diritto.
Abbiamo la grande, terribile responsabilità di non fornire ad un branco di sciocchi pericolosi gli strumenti per abusare del potere
Al voto! Al voto! NO! NO! NO!
Mauro Mellini