di Agostino Spataro
Oggi, 26 luglio 2016, Elena ed io avremmo dovuto festeggiare (sobriamente come sempre) il nostro 45° (diconsi quarantacinque) anniversario di matrimonio fissato per il 26 luglio 1971 in Ungheria come si evince dall’allegata fascetta dei confetti.
Il giorno non lo scegliemmo a caso. Era, infatti, quello dell’assalto alla caserma Moncada (26 luglio 1953) da parte delle brigate castriste che segnò l’inizio alla Rivoluzione cubana.
Avremmo…ma non possiamo poiché il matrimonio fu, inaspettatamente, rinviato per ordine ricevuto dal…Partito.
Segnatamente, su proposta avanzata dal compagno Emanuele Macaluso, a quel tempo segretario regionale e membro dell’Ufficio politico del Pci, nel vivo di una difficile discussione interna a seguito delle disastrose (per noi) elezioni regionali di qualche mese prima.
Allora, questa era la prassi del Pci da tutti volontariamente accettata. Perciò, anche in quel frangente la rispettammo senza acrimonie e risentimenti. Per noi il Partito era lo strumento principale nella lotta per la libertà e l’emancipazione dei lavoratori e pertanto era visto come una sorta di “entità suprema” che ogni militante e dirigente doveva difendere e rafforzare.
Oggi, un fatto del genere risulterebbe incredibile. Vi assicuro che così andarono le cose. Lo possono testimoniare tanti compagni e amici che in quel 26 di luglio di 45 anni fa ci inviarono telegrammi augurandoci “mille di questi giorni”.
Un augurio un po’ amaro, beffardo per la povera Elena che, dalla lontana Ungheria, non si capacitava del fatto che si potesse rinviare un matrimonio per ordine del Partito. Un fatto inaudito anche da loro dove vigeva il sistema del “partito unico”.
Un matrimonio postergato in cui accaddero tanti fatti curiosi, perfino divertenti. Fra i quali ricordo il ritardo accumulato dai miei due testimoni di nozze, Angelo Capodicasa e Giovanni Sacco, i quali giunsero in Ungheria in “500”…otto giorni dopo la celebrazione del matrimonio.
Per ragioni di spazio non posso riportare tutti i particolari della vicenda che mi prometto di scrivere appena possibile e vi farò sapere.
Nonostante tutto ciò, siamo qui a ricordare la bellezza e la forza di questa nostra lunga unione. Con Elena abbiamo attraversato la vita, il nostro tempo. Abbiamo lottato, sofferto e gioito sorretti da un grande affetto, da una solida intesa che ci ha consentito di creare una bella famiglia, al di fuori di ogni legame di sangue, nello spirito della solidarietà umana che è il fondamento del nostro Ideale. Mai rinnegato.
Per la cronaca, il matrimonio fu celebrato il 31 luglio del 1971 a Ecser, provincia di Budapest. Lo ricorderemo domenica prossima in famiglia, alla presenza di Giuseppe il nostro carissimo nipotino ossia il dono più bello che potevano farci Monica e Gerlando. (a.s.)