Sul magistrato Davico
“Io credo che Davigo, diciamo, sia un ottimo magistrato. Credo che il miglior risultato è quando Davigo fa il magistrato”. Il presidente dell’Anac Raffaele Cantone commenta così in un’intervista a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24 l’eventuale scelta di Piercamillo Davigo come presidente dell’Anm. Dopo mesi di scontri e polemiche l’Anm (Associazione nazionale dei magistrati) avrebbe individuato infatti nella figura del consigliere di Cassazione Piercamillo Davigo il suo possibile presidente.
L’operazione Bagnoli
“Io credo che l’operazione di Bagnoli sia molto difficile”. Risponde così alla domanda sul caso di Bagnoli, legato al protocollo d’intesa – ormai pronto – che affiderebbe all’Autorità anticorruzione il controllo di tutte le gare d’appalto, a partire da quelle finalizzate alla bonifica. L’operazione Bagnoli verrebbe presa dall’inizio, quindi sarebbe “più facile”. A questo commento di Minoli Cantone risponde: “Sì, certamente se riusciamo a entrare con un rapporto di collaborazione col commissario e con tutta la struttura sarà più facile. Io credo che lì ci sono dei problemi oggettivi – continua Cantone a Radio 24 – però credo che Bagnoli sia la grande occasione sprecata”. Al commento del conduttore sul fatto che lo scontro tra il sindaco e il premier non aiuti, Cantone replica: “Penso di no, ma io credo che qui non bisognerebbe mettere in campo uno scontro personale. Qui ci sono gli interessi della città. Qui finché non decolla Bagnoli è difficile per Napoli”.
Renzi – sufficienza assoluta
Io credo che Renzi sia stato un momento di grande novità per il Paese”, la cosa che mi piace di più è “la capacità di decidere e anche la capacità di avere una visione” mi piace “di meno forse un eccesso della visione. Cioè un po’ più di concretezza che però è difficile in questo Paese”. A Minoli che chiede di dare un voto al governo Cantone risponde: “Io non devo dare voti”. E a Minoli che insiste, risponde: “Io credo sufficienza assoluta”.
Libera ed i rischi del brand antimafia
Sta capitando che l’Antimafia sociale, che è una cosa positivissima per il nostro Paese, è stata anche un po’ infiltrata da gente che ha provato a fare gli affari. Da gente che ha provato a mettersi il distintivo e a utilizzare il distintivo anche un po’ per mettere al riparo l’attività non lecita”.
A Giovanni Minoli che chiede se abbia ragione Don Ciotti, fondatore di Libera, quando dice che l’Antimafia non può essere una carta di identità e che se fosse eliminata verrebbe sbugiardato chi ci ha costruito una falsa reputazione Cantone risponde: “Assolutamente sì e devo riconoscere a Don Ciotti che lo dice da tempo. Anche perché lui sa che persino nel suo interno c’è qualche problema”. Proprio Libera è stata messa sotto attacco dall’interno della stessa organizzazione. Sul tema se sia infiltrata anche Libera, Cantone risponde: “Non so se è infiltrata, io credo che Libera sia la parte migliore dell’antimafia sociale. Però Don Ciotti sa che c’è il pericolo di utilizzare il brand antimafia per fare altro. In questo io credo che sia consapevole. E non escludo che all’interno di Libera ci possano essere delle mele marce. Ma il tema dell’inquinamento dell’antimafia sociale c’è ed è molto rilevante”. Alla domanda del conduttore se c’è un’infiltrazione nell’antimafia sociale Cantone replica: “Credo proprio di sì e questo rischia di mettere in crisi un movimento che è stato fondamentale per assestare i colpi alla mafia”.
Crack banche. Non c’è nessuna norma
L’arbitrato “è stato solo annunciato, non c’è nessuna norma che ci dà il potere, è stato detto dal presidente Renzi, non c’è mai stata alcuna norma” Così Raffaele Cantone sul ritardo degli arbitrati che dovrebbero stabilire a chi restituire i soldi truffati dalle banche. Cantone prosegue poi replicando a Minoli che definisce l’annuncio parte dello story telling: “No, il presidente Renzi, devo dire, quando dice le cose poi le fa, almeno le annuncia e le fa. Qui però c’è, da quello che abbiamo capito, una novità interessante, cioè il governo sta provando a utilizzare il meno possibile gli arbitrati, cioè a restituire il più possibile. Io credo che in questo senso, se si dovesse raggiungere l’obiettivo di poter restituire di più e in modo più semplice, possiamo fare a meno degli arbitrati”. “Noi abbiamo dato la disponibilità a fare gli arbitrati e siamo pronti, se e quando ci verrà chiesto – prosegue -, ma è un problema politico”. Sull’affidamento dell’arbitrato all’Anac piuttosto che alla Consob o alla Banca d’Italia Cantone afferma: “Io non credo che sia sembrato strano, il problema era quello di individuare (chi se ne occupasse n.d.r.). Però, se uno ci pensa attentamente, qui si è voluto anche evitare una serie di possibili problemi di immagine. Con la Banca d’Italia c’è da parte nostra una collaborazione assoluta”. E prosegue: “Io col governatore Visco ho parlato in tantissime occasioni”, confermando a Minoli che chiede se su questo tema si siano capiti “Assolutamente sì”.