I depuratori di Manoppello – Piano della Stazza e Lettomanoppello – Santa Liberata, come pure le condotte e gli scarichi fognari del comune di Tocco da Casauria in località S. Anna e Francoli, sono stati sequestrati su delega dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Pescara, su richiesta del Pubblico Ministero della locale Procura della Repubblica. Il provvedimento è stato eseguito dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Pescara del Corpo forestale dello Stato e dal personale della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Pescara e dei reparti di Tocco da Casauria, di Popoli e di Lettomanoppello. Due pescaresi, rispettivamente Direttore del Settore Depurazione e Direttore Tecnico della società per azioni che gestisce la depurazione dei rispettivi comuni, sono attualmente indagati per aver effettuato, in concorso tra loro, uno scarico non autorizzato sul suolo ed uno sversamento di reflui e liquami maleodoranti e molesti per la popolazione residente, il getto pericoloso di cose senza la necessaria autorizzazione allo scarico, provocando così l’inquinamento delle acque. Dietro disposizione del Pubblico Ministero, entrambi i depuratori sequestrati sono stati dati in custodia giudiziale ai dirigenti degli Uffici Tecnici dei Comuni di Manoppello e Lettomanoppello, proprietari degli stessi, i quali dovranno ora adottare urgenti misure di ripristino, affinché gli impianti possano essere autorizzati a scaricare ancora nel Fiume Pescara. In particolare il depuratore comunale di Manoppello, all’epoca dei fatti gestito dal Comune stesso, era stato già sequestrato nel 2011 dal Corpo forestale dello Stato a causa di analoghi accertamenti che avevano svelato il non corretto funzionamento dell’impianto. Il provvedimento era stato poi revocato dopo il passaggio di gestione all’attuale società, che avrebbe dovuto assicurare la manutenzione del depuratore, anche a mezzo dei lavori necessari per la corretta messa in funzione. Successive ispezioni, eseguite in contraddittorio con i responsabili della gestione degli impianti oggi sequestrati, avevano consentito di confermare, in entrambi i casi, l’assenza delle previste autorizzazioni allo scarico nel corpo ricettore, oltre che un generalizzato stato di degrado dei depuratori, risultati non in grado di assicurare la corretta depurazione dei reflui prima dell’immissione nel corpo ricettore. Il Corpo forestale dello Stato ha,invece, accertato lo scarico abusivo sul suolo di gran parte dei reflui fognari del comune di Tocco da Casauria tramite una conduttura che, dopo aver raccolto gli scarichi di oltre 1.600 abitanti, tra cui una struttura sanitaria (ex Ospedale Civile), esce a cielo aperto in località S. Anna, defluisce per un tratto di circa 400 metri in un fossato fino alla località Francoli, viene nuovamente intubata due volte entro manufatti cementizi lunghi rispettivamente 50 e 100 metri, fino a scaricare su un impluvio del terreno che confluisce nel Fiume Pescara. Il monitoraggio sul Fiume Pescara ha permesso di creare una banca dati su supporti GIS cartografici con i dati territoriali della Provincia, quelli provenienti dalle attività di controllo della Capitaneria di Porto e del Corpo forestale dello Stato, e quelli acquisiti presso la Regione Abruzzo per mezzo di una convenzione con l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti – Pescara. “Le verifiche su tutti gli scarichi censiti”, hanno dichiarato i Comandanti della Capitaneria di Porto e del Corpo forestale di Pescara, “stanno consentendo agli inquirenti di scoprire eventuali ulteriori condutture che inquinano o compromettono, mediante l’immissione fuori limite di liquami ad alta carica microbica o, peggio, la loro mancata depurazione, la qualità delle acque del Fiume Pescara e, di conseguenza, quelle del Mare Adriatico”. La continua opera di controllo svolta dagli inquirenti lungo il fiume e sulle sponde, che aveva già dato alcuni risultati di rilevanza penale durante l’inverno, quali il sequestro di due frantoi oleari e di un sito industriale dismesso, oltre ad un’attività ispettiva su un depuratore industriale a Chieti Scalo, un’azione preventiva e repressiva sugli abusi legati alla pesca e al taglio di piante, continuerà nei prossimi giorni, nell’intento di migliorare le attuali precarie condizioni delle acque del fiume Pescara, in gran parte responsabili dell’inquinamento delle acque costiere limitrofe alla foce, adibite alla balneazione nel corso della stagione estiva.