L’ex ministro della Difesa Arturo Parisi, ospite a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, commenta la legge missioni all’estero in cui Renzi ha introdotto un nuovo articolo, il 7bis, che di fatto consente al presidente del Consiglio di decidere e condurre iniziative di guerra con unità speciali senza bisogno di passare al vaglio del Parlamento.
A Minoli che gli chiede se sia costituzionale e se sia una cosa buona, Parisi risponde: “Letto per come è letto, tutto in ordine e tutto a posto. Mi sembra fuori discussione.Quello che viceversa merita di essere discusso è la strada, la porta che questo articolo può spalancare e che ho visto farsi largo sui giornali, cioè l’idea che il Paese debba affidare la sua difesa all’estero a due tipi di azione. Li ho sentiti definiti uno riconducibile a un codice blu, che è l’ordinaria, quella che passa da una dichiarazione di guerra: la dichiarazione di guerra, definita dalla Costituzione, è affidata evidentemente al Parlamento per quello che riguarda la decisione; per quanto riguarda la dichiarazione, al Presidente della Repubblica. E un’altra azione, quella che è stata ricondotta a un codice rosso, che viceversa è un’azione completamente diversa”.
Comunque questo articolo cambia nettamente le regole d’ingaggio, insomma le condiziona? Insiste Minoli e l’ex ministro della difesa risponde: “Mette le premesse per una potenziale distorsione. Al momento non abbiamo alcun motivo per denunciare una distorsione, però mette le premesse”.