Tempi duri per i professionisti dell’antimafia del fate quel che dico, non fate quel che faccio. La condanna penale dell’ex eroina dell’antimafia Rosy Canale, seppur non definitiva e quindi emendabile in appello, rappresenta, speriamo, l’inizio della fine dell’antimafia dei finti santi e dei finti eroi. I segnali vanno, fortunatamente, tutti in questa direzione. Come dire il gioco stavolta si fa a carte scoperte. L’antimafia da parata e da “ una giornata particolare”, con comizio finale dei capi e capetti dei capi, detti anche i buoni a prescindere, è destinata a perire tra polemiche e roboanti minacce di lesa maestà.
In certi ambienti dell’antimafia militante per anni si sono consumate folgoranti carriere giornalistiche, politiche e non solo, mungendo la vacca Stato e amoreggiando con quei pezzi di politica e Istituzioni, solite pranzare con i divetti dell’impegno parolaio contro i boss e cenare la sera con quest’ ultimi alla ricerca di voti e prebende. Da anni lo Stato trova difficoltà a proteggere i testimoni di giustizia, a risarcire gli imprenditori vittime dei clan e della politica corrotta, a dare una giusta e decorosa paga alle donne e agli uomini delle Forze di Polizia, che si espongono quotidianamente. Uno Stato non sempre incolpevole dello strapotere delle mafie che scorta e protegge da evanescenti pericoli, una moltitudine di celebranti di quell’ antimafia che Sciascia definì dei “professionisti”, per assicurargli protezione durante gli acquisti al supermercato e altro!
Strano Paese quello dove gli “antimafiosi” a denominazione di origine controllata e garantita, banchettano e pontificano con quanti hanno la responsabilità politica e non solo, di far convivere i cittadini onesti con quella montagna di merda chiamata mafia. Tra le tante caste, nel Paese delle tante mafie, non poteva non costituirsi e prosperare la casta dell’antimafia, autoreferenziale e paracula che ha trovato il modo di lucrare sul male e sulle vittime il giorno dopo, lasciando sole quest’ultime il giorno prima. Per i più il re è nudo!
Antonio Turri