Clamore mediatico per la condanna dell’Italia a risarcire i danneggiati per trasfusioni praticate con scorte di sangue infetto non sufficientemente controllato.
Condanne in sede Europea del nostro Paese sono tutt’altro che infrequenti. Per lo più si tratta di questioni relative alla malagiustizia. Tanto frequenti, che non vi si fa più caso. E tanto pesanti complessivamente che anche la Corte Europea pare si sia adeguata al principio del dover misurare i risarcimenti secondo le disponibilità di bilancio (o di “stabilità”). Basti pensare al risarcimento di diecimila euro per la condanna a dieci anni per un reato “giurisprudenziale” pure malamente applicato inflitta a Bruno Contrada. Un’elemosina ipocrita e vergognosetta.
Per il sangue infetto i risarcimento sono un po’ meno vergognosamente bassi. In considerazione del fatto, si direbbe, che non si tratta di infrazioni così frequenti come quelle in tema di giustizia. Criterio molto “all’italiana”.
Pensavo a tutto questo mentre ero indaffarato a fare quel poco che posso per il caso Baldussu.
Se, come sembra, l’ottusa indecenza dell’Amministrazione continuerà a negare il risarcimento dovuto alla vittima (quella viva) del turpe “collaboratore” della giustizia Torinese e se la magistratura, alcuni membri della quale sono complici dell’assassino calunniatore “delegato” alle indagini e trattato con tanto riguardo più che sospetto per i suoi crimini, continuerà a negare il risarcimento, in un modo o nell’altro la questione dovrà essere portata in sede Europea.
Certo sarà triste e doloroso dover sputtanare il nostro Paese di fronte a mezzo Mondo, denunciandolo come la terra in cui gli assassini, protetti e sovvenzionati dallo Stato sono incaricati di svolgere le indagini, di calunniare (impunemente, perché poi ci si “dimentica” di incriminarli per tale reato) le persone innocenti e si nega a queste il risarcimento con argomenti vergognosamente inconcludenti.
E’ sperabile che in Europa non si liquidi il caso con pochi spiccioli. Anche se non è questione di “quantum”. Ed è sperabile che, almeno allora l’enormità del caso non sia “dimenticata” da chi deve, invece, farsene carico. E anche questo nuovo caso di sangue infetto. Il sangue infetto della Giustizia Italiana. Infetto ed infettante.
L’ingiustizia sta diventando un’epidemia che non conosce frontiere.
Mauro Mellini