Devo ammettere la mia “ignoranza”, intesa come da definizione dell’Accademia della Crusca: “Non sapere. Lat. ignorare, nescire ». Come attenuante posso invocare il fatto che vivo oltre frontiera, una scusa un po’ debole ma accettabile in questo mondo di esternazioni. Non posso seguire tutti. Anzi, non voglio. Ho cercato di rimediare un po’ quando mi è giunta notizia delle esternazioni, appunto, di tal Carlo Panella che ha scatenato la giusta indignazione con il paragone tra “gli stupri di Colonia e le porcate dei siciliani”. Il solo mettere nero su bianco questa affermazione mi disturba. Nel cercare di colmare la mia “ignoranza” ho trovato un’eclettica quanto poliedrica carriera che va dal militante politico al giornalismo, con una prolifica attività di scrittura e di reportage dall’Iran. Bene, ora lo so.
Me ne vanto: non faccio parte del sempre più largo cerchio di Tuttologi, Tuttosapiens e Tuttofacenti che tutto commentano e di tutto parlano. Ma il verbo “tacere” è desueto? Perché, diciamolo, stiamo vivendo in una fastidiosa quanto imbarazzante cacofonia di pareri, spesso confusi, spesso lanciati assieme ad epiteti di bassa lega. Una cacofonia tanto più imbarazzante con tutto quello che sta succedendo nel mondo. Tra conflitti, migrazioni, populismo, terrorismo… dovremmo imparare l’arte della modestia e del silenzio non aggiungere paglia sul fuoco. Invece la loquacità si è trasformata in logorrea.
Lode ai Siciliani che non hanno ricambiato con la stessa volgare moneta, lode a chi ha ricordato a Panella la “Storia” italiana, con la “S” appositamente maiuscola, e le efferate azioni del popolo piemontese durante l’unificazione italiana. Lode ai rappresentanti politici che hanno chiesto sanzioni contro Panella e contro la TV di Stato.
Nel marasma melmoso delle dichiarazioni che ci tormentano quotidianamente mi viene da citare Dante: “Non ti curar di loro ma guarda e passa”. Solo che a forza di lasciar passare, la logorrea prende il posto del dibattito, forse l’ha già preso.
In questa triste storia a me resta il rimpianto di non essere rimasta nell’ignoranza e rivendico il diritto di non venire a conoscenza di Tutto!
Luisa Pace