Di solito quando vedo una buona idea non faccio lo spocchioso, ammetto che è una buona idea.
Ma qualche volta le buone idee degenerano rapidamente.
Prendete “change.org” per esempio.
Per chi non lo sapesse è una piattaforma per petizioni on-line.
Invece del vecchio, caro banchetto all’angolo della strada, se vuoi raccogliere firme per una buona causa la segnali su change.org, e sia per la facilità della raccolta, sia per il numero molto più elevato di persone raggiungibili, risulta molto più efficace.
Purtroppo, preso dall’entusiasmo, qualche tempo fa ho firmato una petizione, e da allora è stato un massacro quasi quotidiano.
Intendiamoci, ci sono anche richieste importanti e interessanti, e questo è sostanzialmente il motivo per cui non li banno dalla faccia della terra.
Però poi c’è quello che vuole salvare il pastificio Rummo (io mangio De Cecco), quell’altro che vuole salvare il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (ente pressoché inutile), quello che vuole allontanare Don Benedetto Rustico dalla chiesa di Oppido Mamertina (esticazzi), fino a quello che si chiede se sulla piazza margherita ci vada o no il parmigiano (no).
Insomma, vorrei dire agli amici di change.org che l’efficacia di uno strumento non è solo legata al singolo utilizzo, perché per carità molte petizioni sono giuste e ragionevoli, ma anche all’abuso che se ne fa.
Ciò detto, vado subito a predisporre una petizione: “Volete firmare affinché change.org la smetta di rompere i coglioni con petizioni inutili?”
Vediamo quanti voti prendo.
Related Stories
3 Aprile 2022