Non so se qualcuno di voi ha mai sentito parlare di Cesare Lombroso e delle sue teorie.
Ve la faccio breve: Lombroso era un antropologo che teorizzò la corrispondenza tra l’animo criminale e l’aspetto fisico. Egli asseriva che se uno è cattivo dentro, è anche brutto fuori, magari che so, ha l’attaccatura bassa dei capelli, un leggero ghigno permanente, gli occhi leggermente strabici. Insomma se uno è malvagio lo puoi capire anche da come si presenta. Poi, come è ovvio, Lombroso non ci azzeccava del tutto, perché ognuno di noi conosce un sacco di persone per bene con la fronte bassa, e qualche serial killer senza capelli.
Ma tutto sommato la sua idea si innestava su un principio che non è poi così sbagliato, ossia che le persone che non ti piacciono le VEDI subito, a pelle, le capisci dal loro portamento, dai gesti, dagli sguardi. C’è una forma primordiale di valutazione delle persone, da pochissimi elementi, e spesso, spessissimo, non ci si sbaglia.
Prendiamo l’emerito Cardinal Camerlengo Tarcisio Bertone, per esempio. Pochi giorni fa si è scoperto che abita in un frugale attico di 296 metri quadri, ristrutturato completamente a spese del Bambin Gesù, che in teoria dovrebbe usare i suoi fondi per curare i bambini. Non solo, una volta scoperchiato il vaso dei vermi, si è saputo che il giro di affari del Bambin Gesù ha coinvolto anche le scelte del Governo Italiano (che quando si tratta di correre incontro ai richiami del Vaticano non è secondo a nessuno), dato che ad un certo punto vengono stanziati 80 milioni per il Bambin Gesù, intendiamoci, soldi sacri perché i bambini sono importanti, che però è una struttura privata di proprietà di un ricchissimo stato monarchico, e solo 5 per il Gaslini di Genova, un povero ospedale pubblico, ai danni del quale, grazie ai soldi disponibili, il Bambin Gesù ha fatto campagna acquisti di chirurghi e primari. Quindi, con i nostri soldi il Gaslini arranca, e il bambin gesù fiorisce, e gli attici prendono vita. Tutto nella cornice di intercettazioni telefoniche in cui l’alto prelato ridacchia contento di queste sperequazione ai danni dello Stato Italiano, neanche fosse un volgare palazzinaro all’indomani del terremoto dell’Aquila.
E ora, ovviamente, tra innocentisti con la bresaola sugli occhi, e colpevolisti dell’ultim’ora, mi pongo io, e affermo: io lo sapevo. Lo sapevo già che il buon Bertone non era proprio una brava persona. Da cosa lo sapevo? Dagli occhiali da sole. Voi avete mai visto un prelato così tenacemente attaccato agli occhiali da sole, in stile mafioso da film di serie B? Io no. Ma come fa un Cardinale, anzi un Camerlengo, un pastore di anime, uno che vuole rappresentare la parola di dio, a non far vedere gli occhi? Come dovrebbe manifestarsi la sofferenza del cristo, e la speranza dello spirito santo, se non dagli occhi di chi si arroga il diritto di rappresentare e interpretare la parola di dio?
Come si può fidare un credente di un prete che non ti fa vedere cosa pensa, cosa crede, cosa osserva? Dice: ma ha gli occhi delicati. Qui, sonoro e inequivocabile ci sta bene un grandissimo “esticazzi”. Anche il Cristo aveva la pelle delicata, ma si è preso tutte quelle frustate e un paio di chiodi al punto giusto senza fiatare. Anche Madre Teresa di Calcutta non stava poi tanto bene, ma i lebbrosi se li abbracciava senza ripugnanza. E anche Giovanni Paolo II in punto di morte ha continuato a portare la croce. E questo signorino, che vive in un attico di 296 metri quadri, non ha neanche il coraggio di farci vedere dove guarda. Ecco perché io, povero miscredente, lo sapevo. Perché Cesare Lombroso, credete a me, non era un pirla.