Dalle prime ore dell’alba , circa 300 finanzieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo n.10 ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Roma, nei confronti di n.5 dirigenti e funzionari di ANAS SPA (Direzione Generale di Roma), n. 3 imprenditori, titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche, n.1 avvocato e n.1 politico, già sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e Presidente della Regione Calabria alla fine degli anni ‘90.
Il provvedimento cautelare è stato emesso sulla scorta delle risultanze delle investigazioni esperite dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma.
Sono 31 gli indagati coinvolti nell’odierna operazione di polizia, convenzionalmente denominata DAMA NERA, che ha consentito di disarticolare una vera e propria cellula criminale, costituita da dirigenti e funzionari “corrotti” di ANAS SPA i quali – abusando dei poteri derivanti dall’incarico ricoperto nell’ambito della predetta azienda pubblica – sono riusciti ad ottenere utilità e provviste corruttive da imprenditori, titolari di società di rilievo nazionale, in alcuni casi con l’intervento di un “colletto bianco” (un avvocato di Catanzaro) e del citato esponente politico.
Nel dettaglio, gli specialisti del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) della G. di F. di Roma, mutuando moduli investigativi utilizzati per il contrasto alla criminalità organizzata, hanno condotto complesse ed articolate attività investigative, poste in essere attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e video riprese, integrate dalle classiche, ma sempre efficaci, attività di polizia giudiziaria (appostamenti e pedinamenti), all’esito delle quali sono stati accertati determinanti indizi di reità in ordine a plurime fattispecie di reato, quali associazione per delinquere, corruzione per l’esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e voto di scambio.
Figura centrale è risultata la A. A. vero e proprio deus ex machina all’interno del sodalizio, che ha visto la fattiva compartecipazione di ulteriori dirigenti dell’azienda pubblica, quali D. G. O., L. S. S. nonché di funzionari “di rango minore”, quali P. G. e F. A., tutti oggi destinatari di provvedimento restrittivo.
Sul punto, assolutamente evidenti ed inequivocabili gli immorali principi che ispirano la A. nello svolgimento del suo incarico dirigenziale:
- (a) tanto da offrire, in un esplicito do ut des, il suo sostegno ad un altro dipendente ANAS (“…come si dice… sono una sua ammiratrice io… UNA SUA SPONSOR… spero di esserlo anche in futuro…”);
- (b) ovvero a far intendere, ai sodali P. G. e F. N., i suoi illeciti propositi (“…speriamo di tenerci forte come abbiamo fatto fino ad adesso.. e di fare tutti un saltino in avanti per poterci aiutare… perché quello è poi lo scopo.. capito? che chi.. io sono stata abituata in questo modo.. chi cresce, chi fa un salto in avanti, si porta gli altri dietro.. QUESTA È LA SCUOLA…”), soprattutto in relazione al recente cambio del top management di ANAS S.p.a.
Le conversazioni captate hanno consentito di far emergere come nel gruppo valesse la regola per la quale “…SE VIAGGI DA SOLO NON FAI NIENTE… chi ha cercato di viaggiare da solo, POI L’HANNO AZZOPPATO… perché, poi, alla fine, non ti riconoscono più…”: in altre parole, trattavasi di un vero e proprio “sistema” criminogeno, specializzato e consolidato da anni.
La condotta illecita posta in essere si è concretizzata nello sblocco di contenziosi in essere con l’ANAS (ex art. 31-bis della cd. Legge MERLONI, ora previsto dall’art. 240 del c.d. Codice degli Appalti), nella velocizzazione delle pratiche inerenti i relativi pagamenti, nella disapplicazione di penali ed, ancora, nel favorire l’ottenimento di fondi illecitamente maggiorati. In altri termini, le investigazioni esperite hanno consentito di accertare come i predetti dipendenti pubblici si siano esclusivamente occupati di curare e favorire l’interesse particolare di imprenditori con cui, per ragioni d’ufficio, si interfacciavano, a completo discapito dell’interesse generale, riguardante la corretta edificazione di opere pubbliche strategiche per la collettività.
Per l’illecito servizio prestato, è stato ampiamente documentato come i dipendenti dell’Azienda abbiano ottenuto provviste corruttive in danaro ovvero richiesto l’assunzione di persone “a loro vicine” e/o l’affidamento di lavori in sub appalto a soggetti agli stessi riferibili. Meritevole di menzione è il linguaggio criptico utilizzato nel descrivere le dazioni di denaro, definite alternativamente “libri”, “topolini” o “medicinali/antinfiammatori”.
Oltre 90 le perquisizioni effettuate in Lazio, Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Piemonte, Veneto e Abruzzo, con il supporto anche dei Nuclei di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza alle sedi di Bari, Arezzo, Catanzaro, Catania, Gorizia, Cosenza, Padova, Messina, Siracusa, Udine, Torino, Vercelli e Venezia.