Ha fatto il giro del mondo l’immagine del manager Air France che fugge a torso nudo e cravatta scavalcando una griglia, seguito dal collega con la camicia a brandelli. La vicenda è ormai più che nota al punto che c’è da chiedersi se avrebbe fatto così tanto scalpore se il direttore delle risorse umane, Xavier Broseta, non ci avesse rimesso la camicia.
I video hanno permesso di ricostruire i fatti avvenuti con l’irruzione di dipendenti di Air France nella sala riunioni durante l’incontro ai vertici al quale sarebbe seguito l’annuncio del licenziamento di 2.900 dipendenti. Un annuncio insopportabile, insostenibile ed ancor più grave nell’attuale crisi economica che vive il paese. La disperazione mista all’esasperazione ed alla rabbia possono portare alla violenza. Non è una scusa, è un fatto.
La Francia ha ancora in mente le immagini dei “Contì”, i dipendenti di Continental che, nel 2009, avevano distrutto gli uffici pubblici dopo il rifiuto, da parte della giustizia francese, di sospendere la chiusura del sito di Compiègne. Immagini drammatiche con uomini forti, che avevano resistito a lungo, trattato con le autorità competenti per poi perdere tutto. Vennero sanzionati per la distruzione dei beni ma sono state le loro lacrime di rabbia a fare i titoli dei giornali.
Lunedì 5 ottobre l’esasperazione ha colto anche i dipendenti della compagnia aerea francese. Solo che stavano manifestando normalmente all’esterno come da loro sacrosanto diritto, quando un gruppo ha deciso di entrare e di fare irruzione nella sala riunioni. Questo soltanto un’ora dopo l’inizio del Comitato aziendale durante il quale i dirigenti di Air France hanno presentato il piano di ristrutturazione per i prossimi due anni. Una riunione che si svolgeva nella calma assieme ai rappresentanti dei dipendenti.
Dopo l’arrivo degli uomini introdottisi con la forza, i due dirigenti Xavier Broseta e Xavier Broseta hanno dovuto fuggire o sarebbe andata peggio. Nella confusione un uomo della sicurezza ha perso conoscenza. Le denunce per aggressione sono piovute ed il dibattito, che avrebbe dovuto focalizzarsi sul futuro della compagnia aerea e la sorte dei suoi dipendenti si è bloccata su questi fatti ormai raccontati in looping in televisione e strumentalizzati da tutte le parti: sindacalisti, politici, manager della compagnia.
Lunedì 12 ottobre, sei dipendenti riconosciuti fra gli aggressori sono stati arrestati. Quanto di più normale. Quattro di loro sono stati prelevati dalla polizia alle 6 del mattino. Sindacati e rappresentanti dell’estrema sinistra hanno gridato allo scandalo. Molti media hanno dato spago, creando un’inesistente scoop. “Arrestati come terroristi, come criminali, messi alla gogna…”, e così via. Il quinto è stato interpellato più tardi ed il sesto convocato ai fini dell’inchiesta. Ma lo scandalo ruota attorno agli arresti effettuati alle 6 del mattino. La polizia non reagisce alle accuse. Gli arresti sono solitamente effettuati a quell’ora.
Jean-Luc Mélenchon, leader del Front de Gauche, si è platealmente proposto per andare in carcere al posto dei dipendenti arrestati. Questa possibilità non è contemplata dalla Legge francese. Non gli resta che buttare paglia sul fuoco ed incitare a continuare questo tipo di azioni. Ha anche dichiarato “Un giorno di lutto”.
I 5 dipendenti violenti saranno ascoltati in Tribunale il 2 dicembre prossimo per lesioni volontarie, associazione per delinquere ed ostacolo al comitato d’impresa. Il sesto è stato rilasciato.
E così sia. Le violenze ci sono state, le regole valgono per tutti e sarà il Tribunale a decidere quanto gravi saranno le eventuali condanne. Punto.
Ora il sindacato CGT Air France dovrebbe concentrarsi nuovamente assieme ai colleghi delle altre delegazioni nazionali e delle altre organizzazioni sindacali invece di dilettarsi a mettere su Youtube un video satirico sulla vicenda della camicia strappata.
Non solo Air France ma quasi tutte le aziende francesi stanno vivendo un periodo di grande sofferenza e questo non da oggi. Non a caso questa mattina un delegato sindacale CGT dei cantieri navali Saint Nazaire ha rifiutato di stringere la mano al Presidente Hollande perché non ha più fiducia nei politici. Non per niente, sempre oggi, il Ministro dell’Economia Emmanuel Macron, in visita a Lione per discutere sulle “nuove opportunità economiche” ha suscitato l’ira di una signora che gli ha urlato “Stai assassinando dei disoccupati” lanciandogli uno yogurt finito miseramente a terra…
Ora tutti stanno parlando di manipolazione, di drammatizzazione, di teatralizzazione. Sindacati, politici, opinionisti… si alternano negli studi televisivi.
Sarebbe meglio sprecare energie e fiato per cercare soluzioni serie ad una crisi della quale non si vede la fine e che immerge i lavoratori ed ancor più i disoccupati nella più nera disperazione.
Luisa Pace