Riceviamo e pubblichiamo:
Altamura (BA), 21/09/2015 –
Gentile Direttore,
in merito alla pubblicazione su Statoquotidiano.it del 21.08.2015 CCIAA Foggia “Cittadella Dell’Economia, falsità di Sandro Denora, nella quale il dott. Matteo Di Mauro, segretario generale della CCIAA di Foggia nonchè RUP (responsabile unico del procedimento) dell’appalto Cittadella Dell’Economia di Capitanata nuova sede della CCIAA di Foggia, minaccia denuncia/querela nei miei confronti e contro il legale rappresentante della Dema Impianti srl, questa mattina ho depositato, presso la Caserma dei Carabinieri di Altamura (BA) , querela/denuncia per diffamazione a mezzo stampa e calunnia contro il dott. Matteo Di Mauro.
Mi preme precisare con la presente nota che, il sottoscritto ha sempre rilasciato dichiarazioni e/o interviste agli organi di stampa a partire dal lontano 2013 in qualità di direttore tecnico della Dema Impianti srl, nonchè fratello dell’amministratrice, che ha curato l’appalto e persona di fiducia e portavoce della stessa amministratrice che ormai non ha più la forza, perchè esausta, provata e sconvolta da tale situazione che ha coinvolto una ditta sana e che ha prestato il proprio lavoro in un appalto pubblico, che dava lavoro a più di venti dipendenti e che oggi rischia il fallimento grazie a questo appalto, oltre a vedere vanificare i sacrifici di una vita per quanto accaduto in questo appalto.
Per questo motivo il sottoscritto ci mette la faccia al fine di tutelare la salute dei suoi cari e continuerà a farlo.
Detto ciò non capisco come mai nella nota pubblicata, lo stesso dott. DiMauro recita testuali parole “sono state confutate tutte le dichiarazioni fatte, in quanto contraddittorie, prive di fondamento, false, pretestuose, se non addirittura, infamanti”. Bene, nell’articolo in questione del 12.08.2015, non è stato dichiarato nulla di confutabile, in quanto ci si è attenuti alle documentazioni ritirate con accesso agli atti pubblici dell’appalto e consegnati dallo stesso ente camerale nonchè stazione appaltante. Anzi, corre l’obbligo evidenziare che la stessa stazione appaltante, che più volte ha dichiarato la trasparenza dell’appalto, ci nega documenti di gara importanti, quali la documentazione delle ditte che dovevano realizzare i lavori ed indicate in fase di gara nella natura giuridica e che nulla hanno realizzato. Inoltre è strano come mai sono stati smarriti, in data 14.04.2014, alcuni dei documenti quali i libri giornali sottoscritti dal direttore dei lavori. Smarriti solamente quando la Dema Impianti srl ne ha fatto richiesta e precisamente in data 22.02.2014 dopo due anni dalla realizzazione degli stessi. Smarrimento dichiarato non dallo stesso direttore dei lavori, ma da un dipendente del consorzio CAT e/o Tecnogroup srl.
Mi sembra strano come mai è lo stesso Segretario a dichiarare contraddizioni, in quanto nell’ultimo capoverso pubblicato recita testuali parole: “Preciso, nuovamente, che la Camera di Commercio di Foggia non ha mai intrattenuto rapporti diretti con CAT e Dema Impianti srl, dovendosi relazionare, per i pagamenti e quant’altro da contratto, esclusivamente con il Consorzio Cooperative Costruzioni (CCC) di Bologna, aggiudicatario dell’appalto, a cui ha, sino ad ora, corrisposto quanto dovuto per legge e per contratto.”
Mi preme precisare che la stazione appaltante, ha provveduto alla liquidazione “DIRETTA” degli stipendi arretrati dei dipendenti della Dema Impianti srl che hanno prestato la loro manodopera nell’appalto, per un totale di oltre € 50.873,93, dopo che la stesa, in una nota del 2012, dichiarava che la Dema Impianti srl era un “contratto derivato e non aveva nessun obbligo e diritto nei confronti della stazione appaltante”. Inoltre la stessa Dema Impianti srl è stata invitata direttamente dalla stazione appaltante a redigere uno stato di consistenza dei lavori eseguiti nell’appalto in data 28.12.2012, stato di consistenza redatto e depositato dal CAT secondo computo di Perizia 2.
Evidentemente questa è una sorta di intimidazione a desistere dalla nostra volontà di giustizia e sacrosanta verità di quanto accaduto.
Ora a voi l’ardua sentenza.
La ringrazio per l’attenzione,
Sandro Denora