La Guardia di Finanza di Rimini, al termine di una approfondita attività di analisi di contesto e di rischio nel settore delle esportazioni doganali e di una collaterale attività investigativa nel contrasto alle forme di illegalità nella Pubblica Amministrazione, ha disarticolato un collaudato sodalizio criminale composto da cittadini italiani e russi che, corrompendo due pubblici ufficiali in servizio presso l’Agenzia delle Dogane di Rimini, negli anni dal 2011 al 2013 ha posto in essere, presso l’aeroporto “Federico Fellini” di Rimini, reiterate frodi doganali attraverso un distorto utilizzo del metodo c.d. “TAX FREE”.
In sintesi, il regime del Tax Free consente al negoziante italiano di riconoscere all’acquirente extracomunitario, lo sgravio dell’IVA del bene che deve esportare, a seguito della dimostrazione documentale dell’uscita dalla Comunità Economica Europea.
Al termine delle indagini coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Rimini Dott. Davide Ercolani sono stati denunciati 17 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati di falso in atto pubblico, corruzione, violenza privata, estorsione, ricettazione, divulgazione di notizie che dovevano rimanere segrete.
In particolare, attraverso captazioni telefoniche, perquisizioni, nonché servizi di osservazione e pedinamento, sono state acquisite fonti di prova circa le illecite condotte tenute dai soggetti extracomunitari denunciati che, con la compiacenza di pubblici ufficiali infedeli che apponevano un visto di uscita falso, per ottenere lo sgravio dell’IVA, avevano attestato falsamente che i beni acquistati per uso personale erano usciti dal territorio nazionale attraverso il varco doganale presente presso l’aeroporto “Federico Fellini” di Rimini.
E’ stato constatato che in realtà i beni avevano seguito due iter alternativi:
- rimanevano nel territorio nazionale per essere rivenduti in nero;
- venivano trasportati in paesi extra C.E. violando le condizioni per l’ottenimento dello sgravio dei dazi doganali all’importazione vigenti nel Paese extracomunitario (condotta che nel Paese interessato potrebbe comportare la contestazione del delitto di contrabbando).
Le indagini hanno permesso di accertare che i due infedeli “doganieri” denunciati all’epoca dei fatti prestavano servizio presso l’Agenzia delle Dogane di Rimini, nonché che il sistema di frode veniva posto in essere grazie al concorso anche di due dipendenti di un noto spedizioniere doganale di Rimini operante, tra l’altro, presso l’aeroporto Federico Fellini, in episodi di corruzione e di false attestazioni.
Lo sviluppo dell’articolata attività investigativa consentiva di accertare inoltre fatti estorsivi commessi nei confronti di un altro spedizioniere doganale operante in Rimini e San Marino, nonché episodi di ricettazione di documenti doganali riportanti timbri di dogane estere contraffatti e di violenza privata.