
A dichiararlo, Giuseppe Ciminnisi, Coordinatore nazionale dei familiari di vittime di mafia dell’associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”.
“Apprendiamo con sdegno – afferma Ciminnisi – le incredibili e vergognose parole che, stando a quanto riferito da l’Espresso, Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia, nonché medico personale di Rosario Crocetta, avrebbe pronunciato nel corso di una conversazione telefonica con il governatore della Sicilia.
Il riferirsi a Lucia Borsellino, figlia del giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia in una strage nella quale morirono anche gli uomini della sua scorta, affermando, così come riportato dalla rivista, “va fatta fuori. Come suo padre”, non rappresenta un’offesa soltanto per la figlia del giudice ma per tutto il popolo siciliano e in particolare per quanti, purtroppo, hanno vissuto drammi analoghi a quelli patiti dalla famiglia Borsellino.
In più circostanze abbiamo denunciato come una certa antimafia sia ormai più avvezza a sterili passerelle di facciata che non al vero contrasto del fenomeno criminale e alla vicinanza di chi la brutalità della mafia l’ha vissuta sulla propria pelle e su quella dei propri cari.
Nel condividere e fare nostra la scelta di Lucia Borsellino a non partecipare alle cerimonie per la commemorazione della strage di via d’Amelio, in segno di dissenso nei riguardi di una certa antimafia, nell’assoluto rispetto delle indagini dell’autorità giudiziaria e in attesa di maggiori chiarimenti in merito all’accaduto, sentiamo l’obbligo di ricordare come già da tempo, fin dall’insediamento di Crocetta dopo le elezioni, nonostante le innumerevoli richieste da parte di noi familiari di vittime di mafia a volerlo incontrare, lo stesso abbia da sempre ignorato le nostre istanze preferendo al nostro dolore ben diverso genere di manifestazioni.
Riteniamo sia giunto il momento di rivedere il concetto stesso della parola “antimafia” – conclude Ciminnisi – che non può essere limitato a passerelle di facciata e inutili parole. Crocetta, a prescindere da questa vergognosa conversazione rispetto la quale si deve ancora far chiarezza, farebbe bene a riflettere sugli errori commessi e rassegnare le proprie dimissioni, nel rispetto delle tante vittime della mafia e di chi ancora crede nella legalità e in un’antimafia reale e fattiva”.