Parigi sta diventando un incubo per i migranti. Una sorta di guardia e ladri in versione reale.
Il 2 giugno è stato smantellato l’accampamento di boulevard de La Chapelle a Nord della capitale dove sudanesi ed eritrei e somali vivevano in condizioni di abbandono. La Prefettura è stata criticata perché i migranti non sono stati rialloggiati con un minimo di stabilità ma è nata una polemica poiché le stesse associazioni e sostenitori sono stati accusati di strumentalizzare la situazione. Il Prefetto della polizia di Parigi ha dichiarato che chi non vuole chiedere asilo non intende restare sul territorio francese.
L’8 giugno altra espulsione nel 18° arrondissement dove rifugiati e migranti si erano riuniti da circa tre giorni. Rappresentanti locali e militanti dei diritti umani sono accorsi ma la polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere la folla ed i migranti sono stati imbarcati su degli autobus.
Giovedì 11 giugno, gli espulsi da La Chapelle hanno occupato una caserma dei pompieri abbandonata, utilizzata solo per la distribuzione di pasti ai poveri. Un centinaio almeno di persone. Per ore si sono chiusi dentro, rifiutandosi di muoversi perché i posti proposti per la notte non erano sufficienti per tutti. La tensione è cresciuta col calar della sera e ci aspettavamo una nuova espulsione che rischiava di degenerare con i circa 200 i sostenitori dei migranti.
Alle 22,30 è finalmente giunta la notizia che il comune ha messo a disposizione 110 posti per i migranti ancora barricati. La proposta è stata accettata anche se la situazione è ancora tesa. Per una notte il problema è risolto ma c’è ancora molta strada da fare.
Il Ministro Cazeneuve sembra soddisfatto ma è ormai chiaro che la Francia deve imparare a far fronte all’arrivo dei migranti in modo più organizzato senza obbligarli a spostarsi da un angolo all’altro delle città. La solidarietà mostrata da parte della popolazione in questi giorni rincuora e dovrebbe essere interpretta come un segnale forte ai politici.
Luisa Pace