Sul caso di Enzo Tortora e dell’infame processo (con annesso linciaggio mediatico) molto è stato scritto. Ma il libro che ne fa la storia più puntuale ed acuta è quello di Pezzuto, che reca un titolo insolito, “Applausi e sputi”.
Eh, già. Siamo il Paese in cui con maggior disinvoltura si passa dagli applausi agli sputi. Ma possiamo anche dire che c’è tra noi e, quel che è peggio proprio tra i nostri governanti, chi sa sputare applaudendo. L’ipocrisia tocca anche questo livello.
Questo pensavo quando il 2 giugno, festa di questa oramai sconquassata nostra Repubblica, applausi particolarmente fragorosi, anche dalla tribuna delle Autorità, hanno salutato la sfilata dei Fucilieri di Marina. Segno del calore della solidarietà con i “marò”, che, senza bisogno di altra specificazione, sono i due fucilieri La Torre e Girone, lasciati in ostaggio in India, oramai è il caso di dirlo apertamente, a garanzia di chi sa quali sporchi affari.
Da quella tribuna d’onore (??) gli applausi, quelli che sembravano tali, partivano come sputi.
Sono passati più di tre anni da quando è cominciata quella triste storia.
Tre governi si sono succeduti, spendendo senza batter ciglio la loro credibilità ed il loro onore, ingannando i due malcapitati, le loro famiglie, gli Italiani tutti con affermazioni bugiarde (l’avvio dell’arbitrato internazionale è stato annunziato ripetute volte, sempre più bugiardamente).
Oramai non c’è bisogno di spendere una sola parola per dimostrare l’irragionevolezza della durata di quel (non) processo che il Governo Indiano mostra chiaramente di non volere e che il Governo Italiano non fa nulla perché sia celebrato in Italia.
La bugia, l’inganno, la sfacciata disinvoltura nella menzogna sono diventati il dato costante della vicenda.
Due Presidenti della Repubblica hanno fornito avallo e copertura a questo poco edificante affare (per non dire altro, specie per quel che riguarda Napolitano).
Se la capacità di Renzi di propinare al Paese le sue “rottamazioni” (più puntualmente denominabili, in linguaggio meno burocratico “sfasci”) come riforme è riconosciuta oramai come la tipica sua qualità di uomo politico, assai meno conclamata, ma, in realtà assai più rilevante, è la sua capacità di far dimenticare quel che ha promesso. Un’arte che tutti i bugiardi dovrebbero coltivare al massimo grado.
Ora nella vicenda dei Marò, direttamente o per interposti titolari degli Esteri del suo ministero Renzi è riuscito a far dimenticare le sue promesse, le sue bugie.
Quanto sta accadendo sulla pelle dei due disgraziati nostri militari e quanto ne deriva per la credibilità del nostro Paese è semplicemente rivoltante.
Due giorno dopo che ai Fucilieri di Marina erano stati riservati alla sfilata ai Foro Imperiali quegli applausi della folla o quegli applausi-sputi delle Autorità, il COCER Marina emetteva un documento che rilevata l’enormità del caso dei due Marò. Terminava con un pressante invito al Governo a che siano immediatamente attivati gli “strumenti del diritto internazionale”.
Doveri di disciplina hanno imposto ai “rappresentanti” di astenersi da più specifici argomenti. Che, del resto, avrebbero reso il loro appello addirittura patetico. Parlare ad un sordo è infatti, se non dissennato, patetico. E non c’è peggior sordo di colui che non vuol sentire.
Mauro Mellini – www.giustiziagiusta.info