Non ci sono parole per commentare. Il 2 giugno si sono riunite a Parigi 24 delegazioni della coalizione anti-Isis. Si ritroveranno a settembre. Peccato che vadano più veloci “loro”.
Ci siamo sempre rifiutati come giornale di fare da eco alla propaganda terroristica mentre fior di testate internazionali sono riuscite a pubblicare fin quasi al manuale del perfetto terrorista. L’ultima gaffe mediatica italiana è stata quella di pubblicare i nomi delle forze dell’ordine nel mirino dell’Isis. Peccato che non abbiano pensato che i conti Twitter e Facebook dei terroristi sono regolarmente cancellati, a torto o a ragione ma così è.
I militanti del cosiddetto califfato hanno un servizio media invidiabile e non si fermano davanti a nulla, neanche all’impossibile. E quel che può sembrare impossibile se non surreale è successo. La rivista di propaganda Dabiq, lanciata nel 2014, ormai giunta al nono fascicolo e sulla quale pare che scriva anche il britannico John Cantlie, è stata messa in vendita su Amazon. Autore della pubblicazione: al-Hayat Media Centre.
Sabato 6 giugno, 4 volumi della rivista erano ancora in vendita su Amazon in lingua inglese sui siti americano, inglese, francese, tedesco, italiano e spagnolo del magnate dell’editoria on-line.
Senza ulteriori spiegazioni Amazon ha dichiarato alla BBC che “questo prodotto non è più disponibile alla vendita”. Va bene che Amazon ha uno spazio di creazione indipendente per le pubblicazioni ma si suppone che in questo momento tutto sia monitorato. Si suppone così bene che è in corso la polemica sull’eccesso di controllo che può interferire con la vita privata di ognuno di noi.
Per chi si disperasse per il ritiro dalla vendita della rivista, Dabiq può essere scaricata altrove nel web.
A cosa servono etica e deontologia se tutto è alla luce del sole, compreso il manuale del perfetto jihadista?
Luisa Pace