di *Antonio Turri
Subito dopo l’assassinio dell’avvocato Mario Piccolino, alcuni amici e giornalisti mi hanno chiesto cosa pensassi di questo orrendo crimine e cosa stesse succedendo a Formia. Ai più ho risposto che a Formia, cosi come a Roma, nella regione Lazio e nel resto del Paese, le mafie, i criminali e i violenti fanno “ bene” il loro sporco lavoro. E’ lo Stato, la politica e la cosi detta antimafia da “ anatemi e siamo tutti…” che non sa fare “bene” il suo mestiere.
Quella di Mario Piccolino era una morte annunciata : la morte certa chi sta senza il cappello in mano e non sostiene parti e amici degli amici. Con il suo blog denunciava il marcio che viveva nella sua Città e sapeva che non poteva godere di alcuna protezione, come i fatti hanno dimostrato.
Dopo aver subito minacce vere e la testa fracassata per aver avuto il coraggio di fare nomi e cognomi, è stato abbondantemente lasciato solo. Più volte si poteva notare Mario Piccolino con la sua macchina fotografica intento ad immortalare i famosi dell’antimafia di Stato che giungevano a Formia per parlare, per pontificare, risalendo subito dopo sulle macchine blindate, super scortati, per ritornare nelle loro confortevoli dimore, raggiungendo, spesse volte, uno studio televisivo per sparare le loro “cazzate” al fine, comunque, di mantenere alto il loro livello di popolarità di professionisti del buono e del bene a prescindere.
Dopo questo ennesimo sacrificio di un Giusto sentiremo le solite litanie, le richieste di super uffici della Dia e i soliti tromboni sostenere il grido: io l’avevo detto. Assisteremo a cerimonie laiche e religiose di chi comunque rischia solo di perdere consensi e relativi status. Mario era un eroe in vita e questo tipo di eroi sono scomodi e finiranno sempre sugli altari, passati a miglior vita.
Mario era un semplice cittadino che combatteva mafia e corrotti e questo i boss non possono permetterlo, perchè sarebbe la loro fine. I mafiosi di Formia dopo questo crimine, sia quelli con la pistola che quelli in abito gessato continueranno a fare quello che sempre hanno fatto: affari e carriere politiche. Questo è quello che penso cari amici, almeno fino a quando questa lotta non penseremo più di delegarla ai noti “cantastorie” dell’antimafia dei famosi.
* Presidente dell’Associazione “I cittadini contro le mafie e la corruzione”