Supporter dell’ISIS nelle ultime ore hanno postato molti tweet con l’hashtag #LondonAttack. I tweet, molti dei quali con immagini di pistole e cinture esplosive, invitavano i musulmani presenti a Londra ad allontanarsi da alcuni luoghi, come Covent Garden – una zona molto popolare per acquirenti e turisti – o la metropolitana di Paddington la cui mappa era stata fotografata a fianco di una cintura esplosiva.
Dopo l’avviso alle autorità di Scotland Yard, gli account dei jihadisti sono stati bloccati, anche molti hanno escogitato il sistema di continuare a postare il messaggio in arabo senza mettere l’hashtag e mettendo invece le immagini dei tweet originali.
Nel frattempo i simpatizzanti dell’ISIS hanno anche annunciato un cyber attaccato soprannominato “Messaggio per l’America”.
Le autorità non sottovalutano i tweet odierni, tanto più che l’attacco della scorsa settimana a Garland, in Texas, era stato preceduto da una serie di tweet inviati sotto hashtag. #TexasAttack.
In quella circostanza due uomini armati, che sono stati identificati come Elton da Simpson e Nadir Soofi, avevano cercato di attaccare una mostra di vignette sul profeta Maometto, riuscendo a ferire una guardia della sicurezza prima la polizia sparasse uccidendoli.
L’attacco è stato considerato dalle autorità americane come un gesto riconducibile agli schemi utilizzati dall’ISIS tramite una sofisticata campagna sui social media perl reclutare e istigare i simpatizzanti a compiere gesti terroristici.
I due uomini, i quali già una settimana prima del loro atto terroristico avevano postato tweet inviati sotto hashtag. #TexasAttack, sui social erano in contatto con estremisti islamici tra i quali “Mujahid Miski” (questo il profilo twitter) il quale aveva anche lui postato lo stesso genere di messaggi.
Un profilo con lo stesso nome, risultava oggi collegato ai primi che hanno iniziato a twittare l’attacco a Londra, come nel caso di “The Last Tweet @72LastTweep” che ha lanciato il primo tweet o “AbuHussainAlBritani @AbuHu55ain_3”, il cui nome del profilo è lo stesso che Simpson, alcune ore prima dell’attacco a Garland, aveva segnalato ai suoi oltre mille seguaci invitandoli a seguirlo.
Un’ora prima di questo tweet, “al Britani” aveva annunciato che Simpson e il suo compagno avevano giurato fedeltà al leader dell’ISIS Abu Bakr al-Baghdadi.
Oggi, prima che il profilo venisse bloccato, “al Britani” ha fatto in tempo ha invitare i suoi follower a contattarlo in privato, dando anche suggerimenti sul tipo di esplosivo da utilizzare per portare a termine attacchi suicidi.
Di “Abu Hussain al Britani” si sa per certo che è in contatto con molti jihadisti che operano sui social network e che le organizzazioni di monitoraggio dei siti jihadisti hanno identificato i vari profili che sono stati riaperti dopo la chiusura degli account, come appartenenti sempre alla medesima persona.
Un dato allarmante visti i precedenti che in almeno due casi hanno visto l’attivazione di lupi solitari che hanno tentato di portare a termine attentati.
Gian J. Morici