Oramai non possiamo più ingannare noi stessi.
Stiamo perdendo la battaglia ingaggiata per la difesa dei nostri Marò. Dei quali, oramai, per farci capire, dobbiamo dire che sono quei Militari Italiani accusati di aver “assassinato due pescatori Indiani etc. etc.”.
E quel che è peggio sta vincendo l’indecenza. L’indecenza del comportamento di tre governi del nostro Paese, i quali in questa vicenda hanno cumulato un vero primato di menzogne, di sciatterie, di incapacità di ogni genere.
Sta vincendo quello che sembrava un inutile espediente per levarsi dai piedi questa “fastidiosa” storia per qualche giorno. Di giorni, di mesi e di anni ne sono passati tanti ed oggi sembra che questi inverecondi signori siano riusciti ad ottenere che “la gente dimentichi”. Magari camuffando questo ignobile obiettivo con parole diverse, dal significato complessivo identico: “ridimensionare”, “ritrovare la via del ragionevole accordo”, “abbandonare atteggiamenti emotivi e passionali”.
Vergogna! Bugiardi matricolati, ci hanno raccontato non so più quante volte che il governo aveva iniziato la procedura dell’arbitrato internazionale: Falso!
Ci hanno assicurato che le trattative con l’India per “un’equa soluzione del caso” erano a buon punto: Falso!
Ci hanno detto che la questione era per metà risolta “grazie” all’ischemia che ha colpito il povero Latorre: Falso! Il caso si è ulteriormente complicato, con Girone che fa da ostaggio, oltre che per chi sa quale storia di tangenti, anche per la malattia del suo commilitone.
Siamo ridotti a mendicare “rinvii”, questo fondamentale atto della costituzione di fatto della Repubblica Italiana, il rinvio. E questi inverecondi signori ne parlano ogni volta come di un successo. Il “successo” del protrarsi di una malattia che pesa sulle coscienze di tutti.
Adesso ci hanno detto che, rinviato tutto al 15 luglio, basterà un altro rinvio per superare l’estate. Dopo di che, con l’autunno un accordo potrà essere più facilmente raggiunto.
Inverecondi ed anche un po’ imbecilli. Sempreché a far la parte degli imbecilli non siamo, invece, proprio noi che ancora crediamo che in questo Paese si possa ingaggiare una battaglia per indurre un governo a fare semplicemente il proprio dovere, a dire la verità, a fare di tutto per farla valere in favore di chi serve la Nazione.
Al punto in cui si è giunti prendono corpo le ipotesi peggiori, quelle che abbiamo adombrato nei nostri scritti precedenti, con il timore e quasi la vergogna di lasciarci andare a credere a ciò che dovrebbe essere impossibile, assurdo, perverso.
Ma oramai, benché nemici delle dietrologie e delle ipotesi gabellate per “attendibili”, riesce difficile escludere che, nell’atmosfera di affarismo che ha caratterizzato le figure di ministri e di altri responsabili civili e militari (la storia delle tangenti per gli elicotteri Agusta è chiusa o è pendente un appello?), la nave “Enrica Lexie” ed i nostri Fucilieri di Marina siano stati “offerti” per fare da diversivo ad un incidente “tutto Indiano”, per parlar chiaro ad una “operazione” della Guardia Costiera Indiana (nota per i suoi metodi poco delicati).
Ipotesi orrenda. Ma a questo punto si direbbe che sono tre i governi Italiani che stanno facendo null’altro che renderla l’unica possibile.
Dite pure che stiano valicando il limite.
Dimostratelo e ne saremo ben lieti e faremo atti di costrizione.
Ma smettetela con queste pagliacciate delle frasi che dovrebbero commuoverci: “il nostro pensiero ed il nostro impegno per i nostri Marò è sempre quello che ci guida…”. “Stiamo facendo tutto il possibile…”. “La questione è ad un buon punto!”.
A tutti quelli che come noi hanno detto in questi anni “riportiamo a casa i nostri Marò”, raccomandiamo di non farsi ulteriormente prendere in giro. E di non dimenticare.
C’è ancora qualche possibilità che questa storia non finisca nel fango della vergogna nazionale.
Mauro Mellini www.giustiziagiusta.info