La Germania è imbarazzata dal movimento anti-Islam Pegida.
Ma Pegida è solo un esempio provocato dal populismo, dai cliché, dalle prese di posizione unilaterali, dall’eccessiva rapidità mediatica che butta su Internet le notizie senza verificarle per poi correggerle dopo, dai preconcetti, dai commenti dei tuttologi a tavolino, dai copia-incollatori di veline, dai politici speculatori di opinioni, da chi ci casca. Un fenomeno che si sta amplificando.
Dopo la crescita in picchiata dell’islamofobia provocata dall’attentato alle torri gemelle di New York, il tristemente famoso 11 settembre 2001, avremmo dovuto imparare la lezione e non mettere di mezzo i veri musulmani per le esazioni dell’Isis ed altri folli gruppi terroristici che del Corano non hanno capito nulla ma che lo strumentalizzano.
Degli insegnamenti della seconda guerra mondiale sembra che resti poco. Eppure, crisi economica, crescita del populismo, razzismo, antisemitismo ebbero buona sponda. La sorte degli ebrei fu condivisa dagli zingari, dai neri, dagli omosessuali, dai portatori di handicap…
Sembra che oggi ci si cominci a spaventare delle proporzioni assunte da gruppi di estrema destra razzisti e violenti come Pegida in Germania, Alba Dorata in Grecia, il GUD in Francia, CasaPound in Italia, tanto per citarne solo alcuni nella costellazione dei gruppuscoli. Anche la Svezia comincia a pagare il suo tributo con l’incendio di alcune moschee. In Francia alcuni individui hanno aggredito la folla o la polizia e si è gridato subito al terrorismo dell’ISIS. In parte è vero perché sono i militanti del cosiddetto Califfato ad incitare atti contro l’Occidente e contro i musulmani che non si adeguano alle regole jihadiste ma questi appelli sono seguiti soprattutto da menti influenzabili, spesso da ragazzi convertiti da falsi Imam. Non per questo sono giustificabili ma prima di salire sul palco e strumentalizzare questi atti di grave violenza, i politici dovrebbero riflettere all’uso del vocabolario. Nel frattempo si accumulano le aggressioni antisemite e omofobe. Ce n’è per tutti.
La Germania è imbarazzata da Pegida. E c’è di che imbarazzarsi ed anche di che spaventarsi. Come c’è da spaventarsi della pessima gestione e del trattamento degli immigrati che cercano di arrivare sino alle coste italiane. Più che di immigrati ormai si tratta di rifugiati che fuggono da conflitti sanguinari. E l’Europa cos’ha fatto anche per aiutare i guardiacoste italiani? Migranti bloccati nel Sud Italia ma anche a Calais, in Francia, nella speranza di raggiungere l’Inghilterra spesso considerati delinquenti comuni. Certo che tra di loro esiste anche una percentuale di avanzi di galera ma ci sono soprattutto persone in cerca di una nuova vita e, per chi ci tenesse, ci sono pure dei laureati come medici, chimici, letterati. Ma sui barconi diventano tutti uguali.
Possiamo metterci dentro anche i campi Rom distrutti dalla polizia francese su ordine delle prefetture ma anche divelti da una popolazione intollerante. Contiamo anche gli afgani ed i siriani rifugiatisi in Belgio e che chiedono asilo.
Con un po’ più di umanità e di buonsenso si potrebbero prevenire tanti drammi ed anche prevedere e frenare l’impennata di intolleranza che sta allargandosi a macchia d’olio. Chi in Europa guarda con sdegno i nuovi arrivati o chi ha nomi dalla connotazione arabeggiante ed anche ebraica dovrebbe ripensare a quanto è successo 75 anni fa.
Luisa Pace