Con la modifica all’art. 19 bis del decreto attuativo della delega fiscale, approvato lo scorso 24 dicembre, il governo Renzi procede spedito sulla via del riforma della giustizia; viene stabilito, e chiaramente, che non si viene più puniti se Iva o imposte sui redditi evase “non sono superiori al 3% rispettivamente dell’imposta sul valore aggiunto o dell’imponibile dichiarato”. In pratica non c’è nessun limite, ma solo una proporzione, sotto la quale il reato penale scompare: insomma, su un miliardo di reddito si può evadere o frodare il fisco fino a 30 milioni di euro.
Il provvedimento, ha twittato Matteo Renzi, eviterà un sacco di processi inutili che tanto si sarebbero conclusi con prescrizione o, nel peggiore (per loro) dei casi con una sanatoria, anche se di pochi spiccioli. La magistratura potrà così dedicare più energia a perseguire i furti nei supermercati, soprattutto nel reparto frutta e verdura e cibi per cani, la vera autentica piaga dell’Italia, tranne per Palermo che lì resta il traffico.
Ma il Governo stavolta ha veramente dimostrato che una nuova era per la giustizia è iniziata: non contento, ha anche approvato un articolo che prevede la non punibilità per fatture false inferiori a 1000 euro; Renzi ha dichiarato al settimanale di categoria “Falsi ma belli” che cercherà di spingere alla Camera perché la soglia venga portata ad almeno 100.000 euro: “Volete che in Europa ci prendano per pezzenti?” la sua ultima frase mentre pagava il biglietto aereo per le vacanze con un carta di credito del circuito Masterchef.
I sottosegretari alla semplificazione e al MCD (Massimo Comun Divisore), i senatori Tricche e Ballacche, hanno anticipato che è allo studio anche la depenalizzazione per il reato di fabbricazione e spaccio di biglietti falsi da 5 euro.
“Se la depenalizzazione resterà limitata solo ai biglietti da 5 euro, l’industria italiana dei biglietti falsi subirà un duro colpo, per non parlar poi dell’indotto”: così hanno commentato a caldo Peppino Lo Turco e Antonio Bonocore, i due soci di un’azienda del settore, a conduzione familiare, operante a Napoli, che hanno anche ricordato come i soldi falsi costituiscono almeno il 20% di quelli circolanti.
Subito li ha tranquillizzati Pippo Civati, appena uscito da una assemblea di condominio: “non condivido la proposta, ma la voterò per spirito di spartito: non si può suonare ognuno per conto proprio”.
Più cauta la Lega, con Salvini: ”Ci siamo fatti le ossa con le lauree false in Albania, per cui oggi possiamo dire tranquillamente che bisognerà legare il taglio del biglietto falso al reddito del falsario e quindi la diversa impunibilità: che cazzo se ne fa di un biglietto falso da 5 euro un amministratore delegato di una grande società o il cassiere di un partito? Bisogna graduare l’impunibilità ed arrivare anche alla non perseguibilità per lo spaccio di biglietti falsi da 500 euro”.
Matteo Renzi: “L’è un bischero, ma stavolta il Salvini c’ha ragione”.
Domenico Savio Lo Presti