Questa volta è tutta colpa di Vincent, io non me ne sarei accorta. Per fortuna ho chi mi rifornisce di chicche. Talvolta vorrei restare ignara, ignorante, disinformata ma questa è il colmo dell’ironia.
Succede nella trendy stazione sciistica di Val d’Isère dove un intraprendente quanto incosciente signore ha pensato bene di installare un baretto dove si possono degustare crèpe, hot-dog et soprattutto patatine fritte. Quegli stupendi alimenti pieni di colesterolo follemente amati dagli sciatori incalliti. Posso testimoniare, faccio parte di questa barbara tribù. E’ vero che esistono anche sciatori più glamour, ma sono sovente fermi ad un salone da tè o prendono l’ultimo sole sulle terrazze dei loro chalet, altrettanto glamour.
Succede, dicevo, che il barista-friggitore, ha installato la sua baracchina di fronte alle case di trendyssimi turisti: un notaio, un avvocato in pensione, un gestore di fondi d’investimento e, leggete bene, di Sir Lindsay Owen-Jones, l’ex presidente del Gruppo l’Oréal. Ahia! Il poverino “non sopporta più la vista degli snack e l’odore dell’olio fritto delle patatine”.
Il gestore di queste succulenze è stato quindi trascinato in Tribunale!
Ma “Sir” non poteva far spostare qualche metro più in là la simpatica baracchina? Si sarebbe fatto una pubblicità “sociale” a livello universale. Sarebbe passato per un buono cosmico.
Conosco una simpatica Pascale che, non avendo i mezzi per fare una tale operazione, ha fatto buon viso a cattiva sorte ed ha tollerato gli effluvi del fritto dal suo 7° piano della periferia parigina.
Sir Owen-Jones potrebbe invece trovare una nuova concessione per le patate fritte! Gli daremmo il Nobel per l’azione umanitaria! Tra l’altro anche la polizia, con lo stipendio che si ritrova apprezza. Lo stesso vale per i giovani. 10 euro e sei ingozzato.
Insomma, il britannico Sir deve aver trascorso troppo tempo all’Oréal sviluppando un fiuto troppo fine. A proposito dell’Oréal… i suoi fondatori avevano un che di puzza sotto a naso negli anni ’40… ma questa è un’altra storia…
Il 24 febbraio 2015, l’ardua sentenza!