Il Capo della Polizia di Sydney ha confermato che un negoziatore è entrato in contatto con l’autore della presa d’ostaggi.
In considerazione della situazione delicata degli ostaggi e delle precauzioni prese dalle autorità australiane in accordo con i principali media del paese aggiorneremo l’articolo soltanto in base alle dichiarazioni ufficiali.
In effetti cominciano a definirsi alcune informazioni, compresa l’identità dell’individuo ma rimangono molte incertezze e la situazione è in mano al piano d’urgenza australiano.
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Presa d’ostaggi nella city di Sydney in corso al Lindt Café di Martin Place da mezzanotte scorsa, le 10,00 del mattino ora di Sydney.
Sono molte le speculazioni viste le incertezze della situazione. La stampa australiana ha riportato quanto ufficialmente dichiarato dalle forze di polizia.
Quello che è certo
Il numero di ostaggi è ancora sconosciuto. Si pensa che le persone tenute prigioniere da un uomo armato siano tra le dieci e venti. Cinque ostaggi sono usciti, tra i quali cinque dipendenti del bar, non si sa se sono riusciti a fuggire o se sono stati liberati. Secondo questi ultimi l’individuo avrebbe una quarantina d’anni ed ha esposto una bandiera islamica che però non è quella ufficiale dell’ISIS ma la Black Standard.
Per il momento non è confermato alcun legame con il gruppo terroristico islamico. Non si sa se si tratta di un lupo solitario ma la priorità delle forze dell’ordine australiane è quello di riuscire a trattare la libertà degli ostaggi.
Nessun ostaggio sarebbe stato ferito e le unità di polizia speciali accerchiano la zona che è stata svuotata compresa quella dell’Opera di Sydney.
Per ora i negoziatori della polizia non sono riusciti a mettersi in contatto con il rapitore. La notte sta scendendo a Syndney, una situazione che mette in maggior pericolo ed in stato di stress gli ostaggi ma che allo stesso tempo potrebbe permettere i negoziatori di fare pressione o di creare un creare un contatto.
Gli elementi sconosciuti
L’identità e le motivazioni dell’individuo. La polizia ha chiesto il silenzio su eventuali richieste per non mettere in pericolo la vita degli ostaggi. Non si sa se l’individuo detiene dell’esplosivo come è stato annunciato da alcuni media né se agisce da solo.
Va detto che l’Australia è considerata fra i paesi più a rischio di attentati anche dopo la retata del settembre scorso che aveva visto l’arresto di dodici jihadisti. Erano stati lanciati appelli affinché i jihadisti attaccassero persone a caso nelle strade australiane.
Luisa Pace