I tempi sono neri e regalare qualcosa che ti farà assaporare il Natale diventa difficile per tutti, ma non per gli operai. Sotto il loro albero troveranno certamente un gran regalo: il”pacco” Job Act. Devono essere contenti i lavoratori, in quel pacco troveranno le “tutele crescenti”, una cosa straordinaria che non si vedeva da decenni, che provocherà, una crescita sfrenata del lavoro e dell’economia.
Penso alla faccia di tutti quelli che si oppongono al Job Act; non hanno capito nulla. Al posto dell’art. 18 ci saranno le tutele crescenti, che alzeranno un muro a protezione del lavoratore dal licenziamento per ragioni economiche dell’azienda.
Basterà al lavoratore dare il “c…. per qualche anno ai manager che lo “gestiscono”, per avere la sicurezza che saranno gli stessi “padroni” a tenerselo per sempre.
Ma volete mettere l’uguaglianza tra lavoratori senza l’art. 18 ? Tutti i lavoratori saranno sullo stesso piano, poco importa se l’azienda ha meno di 16 dipendenti. Tutte le medie e piccole imprese potranno finalmente crescere senza problemi e con grandi guadagni sul piano economico. Ma volete mettere il rilancio produttivo senza l’art. 18?
Ecco come funziona il contratto a tutele crescenti:
Contratto a tempo indeterminato: Dà la possibilità al datore di lavoro di interrompere il rapporto in qualunque momento e senza motivazione nei primi tre anni. Nei primi tre anni l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non si applica ad eccezione dei licenziamenti discriminatori. Si considera questo tempo come un lungo periodo di prova. Nel caso in cui il datore di lavoro decidesse di licenziare il lavoratore durante i tre anni a questo spetterà un’indennità.
Inserimento: Il contratto unico deve prevedere quindi due fasi, 1) l’inserimento “2) la stabilità. La prima dura per i primi tre anni di contratto. In questa fase, come detto, il licenziamento può avvenire dietro compensazione monetaria, ad eccezione dell’ipotesi di licenziamento per giusta causa. Superata la fase di inserimento, il contratto unico viene regolato dalla disciplina dei licenziamenti oggi vigente. Per le aziende con più di quindici dipendenti, si applica quindi la tutela reale prevista dall’ordinamento esistente. Per le aziende con meno di quindici dipendenti, si applica la disciplina relativa alla tutela obbligatoria. Oggi, avere un contratto a tempo indeterminato non significa però che esso non possa essere interrotto.
Potrei fermarmi qui nella descrizione dei capolavori che deriveranno dall’applicazione integrale del Job Act. Nel futuro prossimo, quando i contratti verranno sostituiti da norme e leggi come il Job Act, che ha “stracciato”in parte lo Statuto dei Lavoratori, anche i contratti e i sindacati non serviranno più.
Mi sovviene una frase di Lev Tolstoj: “Siedo sulla schiena di un uomo, costringendolo a portarmi. Cerco di convincere me e gli altri che sono pieno di compassione per lui e desidero migliorare la sua sorte con ogni mezzo. Tranne che scendere dalla sua schiena”.
Aldo Mucci