E’ cominciata proprio questa mattina la mobilitazione nazionale della Rete degli Studenti Medi, diffusa e veicolata attraverso diversi momenti di discussione, elaborazione e informazione nelle scorse settimane, in occasione della quale migliaia di studenti stanno “invadendo” città e piazze dell’Isola. La giornata di manifestazione, difatti, se da un lato vorrebbe porre l’accento sul progetto di rivalutazione “sistema scuola” e del “sistema paese” veicolato da Renzi negli ultimi tempi attraverso “LaBuonaScuola” e il “Jobs Act”, rispetto a cui il Sindacato Studentesco ha rilevato profondissime criticità, affonda le radici della protesta in una rivendicazione ampia, umana, socialmente e culturalmente rappresentativa della condizione di ogni studente italiano. La Grande Bellezza, come da slogan, è una grande idea di scuola, di paese e di Mondo che si propone di rivalutare profondamente i nostri spazi di partecipazione democratica e di coinvolgimento socioculturale, a partire dalle periferie abbandonate alle stesse, passando per i monumenti, i musei, i parchi, per finire alle Scuole intese tanto fisicamente quanto simbolicamente, questi “Giganti Fantasma” che non riescono più a reggere il peso di un tempo che li ha sempre più tagliati fuori dalla discussione politica.
Se il progetto del Governo parrebbe non condurre tagli scellerati di Miliardi di Euro come i ministeri precedenti, in realtà la percezione reale del mondo della scuola, del lavoro e della società che sembra essere messa in campo dall’Esecutivo prende bene le distanze da un’idea di Sistema Sociale realmente inclusivo, garante dei diritti, equo, solidale a chi è più debole, vicino ai lavoratori. Prima la Buona Scuola, un progetto politico chiaro la cui volontà vuole essere proprio quella di avvicinare l’Istruzione Superiore al mondo dell’azienda, del lavoro, del libero mercato, creando reti di interesse in argomenti focali come Alternanza Scuola-Lavoro, Didattica e Governance, la cui chiave di lettura è palesemente escludente nei confronti di Studenti, Sindacati del Corpo Docenti, Associazioni; il baricentro è totalmente sbilanciato a favore degli enti privati, che giocherebbero un ruolo fondamentale, dei DS e delle classi che hanno ridicolizzato la scuola intesa come percorso realmente formativo, inclusivo e aperto a tutti, riducendola spesso e volentieri, a un “traghetto” dal mondo dell’infanzia a quello del Lavoro. La visione di Istruzione Pubblica del sindacato studentesco non si limita a questa banale quanto sterile interpretazione, rilanciando le tematiche di Diritto allo Studio, Edilizia Scolastica (grande assente nel piano del Governo), Didattica, Riforma dei Cicli, Rappresentanza. Dall’altra parte, è stato presentato all’Opinione Pubblica un Jobs Act che pretenderebbe, azzardando una rivisitazione profonda delle tutele fondamentali di tutti i lavoratori, di rivedere in parte il mondo del lavoro, trasportando l’Italia verso un’idea di mercato del lavoro sicuramente libera, sciolta, priva di garanzie solide, precarizzata, a partire proprio dall’abolizione dell’Articolo 18.
“Il nostro non è un progetto che nasce alla mattina e muore alla sera” Continua Manerchia: “Con lo slogan La Grande Bellezza ci proponiamo di attivare una serie di percorsi di discussione, crescita, confronto e democrazia, uscendo dai cancelli delle nostre scuole che cadono a pezzi, rivivendo piazze, quartieri, periferie, città, al fine di inserire lo studente in un gioco di forze più ampio, rimettendolo al centro di una discussione animata da chi, in questo momento, ha saputo solo fare promesse. Noi non vogliamo promesse, chiediamo a gran voce fatti concreti e assunzioni di responsabilità, perché è finito il tempo di stare a guardare: a livello regionale chiediamo innanzitutto una Legge Regionale sul Diritto Allo Studio, dato che non possiamo più tollerare che studenti di 14, 15, 16 anni siano costretti a studiare nei capannoni, a spendere più di 800 euro all’anno per i libri di testo, ad andare a scuola servendosi di trasporti pubblici scadenti, vecchi, inefficienti. Andare a scuola è un diritto, non può rimanere una scelta dettata dalla condizione economica e dal tessuto sociale di appartenenza. Allo stesso tempo, chiediamo un sistema d’Istruzione laico, inclusivo, gratuito e coinvolgente, che sappia realmente educare e formare i ragazzi di oggi, i cittadini di domani.”