Lo scorso 28 giugno si è conclusa CicloInVersoRoma, ultima edizione relativa al Giro ciclo-poetico della stagione in corso, in una suggestiva piazza di San Felice Circeo, con una luce crepuscolare che assecondava il verso e un forte vento degno di una romantica tempesta, assai evocativo nonostante le difficoltà per i presenti. Il giorno prima accadeva quel quid per “CicloInVerso Poesia in Bicicletta”, “un libro che nasce spontaneamente, non programmato, sulla spinta innescata dall’incontro del 27 giugno 2014 a Monte Compatri, in occasione di un riuscito cenacolo ciclo-poetico giunto a coronare il sogno di un progetto, quello di vedere poeti e ciclisti raccordarsi nella forza espressa tanto dal pedale quanto dal verso dando consistenza a quell’antico retaggio che da sempre, sia pure inconsapevolmente, li vede insieme”. Questo è quanto viene riportato a chiosa nel retro di quarta di copertina, ma potrebbe bastare da introduzione per questo volume che, di fatto, non necessita di prefazioni o altro per comunicare quel che, nelle intenzioni come pure nelle espletazioni, è e vuole comunicare assai più direttamente al lettore. È contesto e non pretesto per dare narrazione e non solo di un avvenimento nel tempo, bilancio umano che resta dopo l’evento stesso, se all’umano si è guardato come modello e riferimento. Questo libro poteva nascere altrove e con altri tempi, da ben altri fasti o più eccelsi luoghi, nasce invece da una ex cantina motivata, nel tempo, a divenire un centro culturale, portata avanti da persone che credono, con costanza e ponderata modestia, nella cultura e la sua condivisione, dove nella fattispecie, grazie ad Alberto Pucciarelli e la U.C. Velletri insieme a tutti gli altri presenti, è scaturita la più opportuna scintilla. Ed è a partire dalla valenza delle energie di un luogo che scaturisce la ragione di realizzare questo libro. Una ragione che, in primis, prevede che gli stessi protagonisti di un evento si sentano, a loro volta, predisposti a un attitudine del dare per ricevere con naturalezza e quindi, tutti insieme, crescere in un valore aggiunto esentasse e strettamente umano. Questo libro è, nel ciclismo come nella letteratura, consapevolezza del compiere sapendo soffrire, guardando oltre la meta e al di là del piazzamento conseguito per un’umana dignità che lascerà il segno come ultimo traguardo. L’arrivo di ogni tappa è di per sé già un pensare oltre. Allora ecco che, nella concomitanza del susseguirsi dei percorsi, questo volume sancisce “un progetto che è anche un work in progress, pedalando tra appunti, articoli, cronache e poi ancora continuando con altre note in contrappunti, tra liberi pensieri, idee e prose, stravaganze e memorie, brevi saggi e tanta, tanta poesia, orbene ciclo-poesia a due ruote in un viaggio che continua, qui come altrove, attraversando la mitopoiesi del ciclismo per cicliche corrispondenze che tornano In-Verso”.