di Ettore Zanca
Uno dei peggiori Risvegli. Questo è stato apprendere della tua morte. Genio in equilibrio, tra i tuoi buoni sentimenti e troppi padroni artificiali di cui eri schiavo, e su cui ironizzavi, come l’alcool o la droga. Risvegli, proprio come il titolo di un tuo bellissimo film. Eri un altro Chaplin, più malinconico. Eri riuscito a rendere immortale con la tua dolcezza un extraterrestre che viaggiava su un uovo. Se non fosse stato per te, quella serie avrebbe chiuso dopo due puntate. E invece fu gloria. Ti ricordo in Patch Adams, ma adesso non ti perdono. Non ti perdono per aver tolto al mondo un’altro film, uno qualsiasi in cui vedere quanto eri bravo, in qualsiasi ruolo. Non ti perdono perchè ti sei tolto la vita con un colpo di scena che non gradiamo. E vorremmo fosse finzione scenica, che adesso tutto finisca e ti rialzi. Ma non ti perdono anche per avermi fatto capire per sempre che chi sogna può perdersi, ma non perde mai, che la poesia non ha metrica, che il talento sfonda le convenzioni e che chi sente il sacro fuoco dell’arte, qualsiasi essa sia, deve seguirla. Non ti perdono per “l’attimo fuggente”, perchè mi hai dato consapevolezza che i sogni sono da non sottovalutare. E proprio in quel film, non ti perdonavi il suicidio del ragazzo che voleva fare l’attore, mentre la famiglia lo voleva inquadrato. Non si dirada così la nebbia dei nostri sogni, di quelli che anche tu hai contribuito a creare, caro Robin. Ora sei immortale. Ma cavolo, quanto ci mancherai, avrei preferito saperti pronto a un altro film, che a questa dura, durissima realtà, di una scena girata una volta sola. Addio Robin, grazie di aver dato alle risate più vere anche il tuo volto, grazie perchè come l’altro Robin, HOod, hai rubato ai ricchi superficiali l’arte del cinema, per donarla ai poveri che ne hanno goduto e riso, e pianto, con te. Come Charlie Chaplin, capace di far ridere e piangere nello stesso momento. Ma ora, c’è poco, davvero poco da ridere.