Sempre più tesi i rapporti tra gli Stati Uniti e la Russia da quando dopo aver invaso la Crimea le forze armate russe si sono schierate a ridosso dei confini dell’Ucraina dell’est. Nonostante Mosca abbia sempre respinto le accuse di ingerenze in fatto di politica interna di un paese sovrano, di aver inviato oltre confine mezzi e unità militari e nonostante abbia sempre negato ogni coinvolgimento nell’abbattimento del volo MH17 sul quale viaggiavano 298 persone tra le quali 80 bambini, la presenza russa nei disordini interni in Ucraina sembra ormai innegabile.
L’ultima accusa mossa alla Russia è quella di aver violato l’Intermediate-Range Nuclear Forces, il trattato firmato nel 1987 dal presidente americano Reagan e dal leader sovietico Mikhail Gorbaciov, che prevedeva per i due rispettivi paesi il divieto di possedere, produrre o effettuare test di volo di missili cruise lanciati da terra in grado di volare tra le 300 e le 3.400 miglia.
Già in passato fonti di intelligence statunitense affermavano che nel 2008 la Russia stesse testando missili da crociera che rientravano tra quelli vietati dal trattato, precisando però che i suddetti missili non erano stati dispiegati nelle installazioni militari.
La recente crisi ucraina ha riaperto un capitolo che sembrava chiuso, riportando sul tavolo quella che il presidente Obama nella lettera che ha inviato al presidente Putin ha definito “una questione molto seria.”
Obama, seppur si dice interessato a discutere la questione con la Russia affinchè il governo di Mosca la riporti in conformità con il trattato, confidando poco sulle reali intenzioni di Putin e visto l’aggravarsi della situazione ucraina, ha già discusso la prossima tornata di sanzioni con i suoi omologhi in Italia, Gran Bretagna, Francia e Germania.
E sempre in tema di sanzioni si registra la presa di posizione del Ministero degli Esteri russo che in risposta alle nuove misure da parte del Giappone, dichiarate il 28 luglio, precisa come le stesse siano ritenute “una mossa ostile e poco lungimirante”.
Secondo i russi il Giappone dovrebbe rendersi conto che ulteriori sanzioni nei confronti della Russia ostacolerebbero le relazioni bilaterali bloccando gli sforzi per lo sviluppo delle relazioni che si sono fatti in tutti questi anni. Dal Ministero degli Esteri russo, non è mancata neppure l’accusa ai politici giapponesi che, definiti incapaci, non sarebbero capaci di andare oltre l’abituale scelta di seguire la scia di Washington, anziché perseguire una politica indipendente che possa soddisfare gli interessi nazionali e vitali del proprio paese.