Buongiorno, risponde l’operatore numero AC 021542. Al termine della telefonata sarete ricontattati, per assegnare all’operatore un 10 se è stato bravo, uno zero se non è stato di vostro gradimento. Caterina, giovanissima LAP del Call center della telefonia mobile, una spa sudamericana è molto cordiale. Cerca, con quanto fiato gli rimane a disposizione, dopo centinaia di telefonate, di “vendermi” il pacchetto offerte. Le spiego che ho già un operatore, e mi trovo bene. Ma Caterina insiste: sono una lavoratrice LAP che non sta per “leccare”o “giro di pista” ma sta per lavoratrice con Contratto a progetto, meglio conosciuto come contratto di collaborazione contributivo per programma. Un tipo di contratto di lavoro introdotto in italia a sostituzione dei “famosi” co. co. co. I LAP Lavori a Progetto, fanno “orgogliosamente” parte di un gruppo di contratti precari oggi attivi in Italia. Praticamente questi tipi di contratto consentono alle aziende di inquadrare lavoratori (stesse mansioni) che operano uno a fianco dell’altro, con retribuzioni, diritti e tutele da “inferno”. Oggi un LAP (dopo numerose battaglie sindacali) “guadagna” 4, 70 euro l’ora, (pipì esclusa) . Una cifra che fa “appassire” il più giovane dei sorrisi . Un sorriso che non interessa alle imprese poiché se non ci stai, puoi andare via, tanto ne arriva subito un’altro. Caterina, tra un’offerta e l’altra mi dice che si è laureata lo scorso anno, in piscologia e che il 30% dei suoi colleghi sono dott. in scienze umanistiche:lettere, filosofia etc. Inoltre in caso di malattia, la durata del contratto non viene prorogata ma si estingue alla scadenza stabilita. Il decreto lavoro non riduce queste forme di “contratto” atipico, basta pensare che l’azienda lo può rinnovare 8 volte in tre anni. Non si comprende l’utilità di questo assurdo meccanismo. Forse se ti metti dalla parte dell’azienda diventa comprensibile? Non si può pensare al domani, prosegue Caterina:”In Italia i precari continuano ad essere considerati indispensabili , non si comprende perché poi sono sottopagati”. Ed ancora: “siamo giornalmente sotto pressione, stressati, tutti tesi a dimostrare che siamo eccezionali, sempre vigili, i migliori. La chiamano riforma del mercato del lavoro! :oggi i LAP li subiamo, li consideriamo un’anticamera di precarietà prima di guadagnarci, forse, il tanto sospirato “posto fisso”. Cito a Caterina una frase di Thomas Carlyle, saggista e filosofo scozzese :”felice colui che ha trovato il suo lavoro, non chieda altra felicità”. Caterina scoppia in una fragorosa risata e aggiunge “Salve, sono l’operatore numero AC 021542, in cosa possa aiutarla? Buona fortuna Caterina. Aldo Mucci