Il 16 dicembre 2011, nel comune di Vittorito, veniva perpetrata un’ulteriore rapina a mano armata, sempre ai danni di un portavalori, eseguita con le medesime modalità delle rapine precedenti. In questa occasione il bottino assicurato dai malviventi era stato ingente: quasi 250mila euro. Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Operativo del Comando Compagnia Carabinieri di Avezzano, sono partite proprio dall’analisi di questi tre episodi, ritenuti da subito collegati, in virtù dei modus operandi analoghi. In particolare, l’uso di armi d’assalto e di veicoli rubati nei centri limitrofi, che dopo la rapina venivano dati alle fiamme al fine di celare ogni traccia dei responsabili dei reati. I Carabinieri del Nucleo Operativo di Avezzano davano via ad una attenta analisi di tutti i filmati registrati dalle telecamere presenti nel centro marsicano al fine di poter reperire fotogrammi di mezzi o persone sospette notate in quei paraggi.
Le risultanze di tale attività portavano ad una prima evidenziazione di alcune vetture e persone di interesse investigativo che, alla luce delle attività di indagine di tipo tecnico sviluppate successivamente, portavano all’individuazione di uno dei componenti del commando. L’attività di indagine, condotta in sinergia con il Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Sulmona che indagava parallelamente sulle altre due rapine consumate nel proprio territorio di competenza, aveva condotto all’esecuzione dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Sulmona nei confronti di due persone per gli assalti ai portavalori nei territori di Goriano Sicoli del 03 agosto 2011 e Vittorito del 16 dicembre 2011.
Gli investigatori quindi, focalizzando alcuni particolari del modus operandi ed avendo notato una certa conoscenza delle procedure e delle abitudini della ditta rapinata da parte dei malviventi, hanno concentrato la loro attenzione sull’individuazione di possibili basisti operanti nella provincia di L’Aquila, approfondendo le posizioni proprio di alcuni dipendenti della ditta di vigilanza. Tale approfondimento, portato avanti con una attento lavoro di analisi degli elementi emersi durante i due anni di indagine, portava alla concreta individuazione delle responsabilità di una persona, all’epoca dei fatti autista di veicoli blindati, dipendente della citata ditta, il quale forniva dettagliate informazioni circa orari, itinerari, mezzi e “bottino” trasportato dai propri colleghi, ponendoli ad elevato rischio poiché vittime inconsapevoli dei rapinatori.
L’intera attività di indagine sviluppatasi dal 2011 sino ad oggi, confluiva in una complessa e dettagliata richiesta di misure di Custodia Cautelare a carico di un 38enne, mente della banda e residente in Puglia, e di un 58enne basista del gruppo. Le misure sono state eseguite dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Avezzano nelle province di L’Aquila e Rieti. Oltre ai malviventi tratti in arresto, successive indagini anche di tipo patrimoniale, hanno portato al deferimento in stato di libertà di altri due soggetti, componenti del sodalizio criminoso, resisi responsabili, in concorso con i predetti, dei reati di ricettazione del denaro, provento delle rapine.