Sin dall’inizio di questa sporca guerra – perchè di guerra si tratta vista l’invasione della Crimea da parte della Russia – è stato subito chiaro come al Cremlino non piaccia la presenza di osservatori internazionali nelle provincie ucraine interessate dalle manifestazioni organizzate da presunti cittadini filo-russi.
Manifestazioni organizzate ed orchestrate da Mosca, alle quali hanno preso parte militari russi le cui immagini avevamo pubblicato giorni prima che la stampa se ne accorgesse e ne svelasse l’identità. Una scena già vista in Crimea e che infine lo stesso Putin ha ammesso.
Che il sequestro dei tredici osservatori della missione Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) nell’Ucraina orientale ad opera dei separatisti filo-russi sia avvenuto dopo che il 15 aprile l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato un rapporto sulla Crimea per documentare ciò che il governo russo cerca di nascondere, nessuno ci ha fatto caso.
Un rapporto che documenta come già prima del referendum che nel marzo scorso ha portato all’annessione della Crimea alla Federazione russa gli oppositori dei presunti filo-russi fossero stati oggetto di minacce, ingiustificati arresti, torture e uccisioni.
Con la scusa di difendere i diritti di una minoranza etnica russa, il Cremlino in Crimea ha sottoposto ad abusi le altre minoranze etniche. Una persecuzione che non ha risparmiato neppure i giovanissimi, come il 14enne tartaro picchiato selvaggiamente. Violenze che non hanno risparmiato neppure appartenenti appartenenti ad altre fedi religiose, come nel caso dei sacerdoti ucraini greco-ortodossi, rapiti ed interrogati, o il Rabbino che dopo le minacce di morte è stato costretto a fuggire.
Secondo i rapporti delle organizzazioni internazionali circa 5.000 persone, tra cui i cristiani delle minoranze, ebrei, e almeno 3.000 tartari, sono fuggiti dalla Crimea e hanno cercato rifugio altrove in Ucraina.
Una situazione analoga a quella chi si sta verificando nell’Ucraina Orientale, interessata dalle manifestazioni da parte dei filo-russi, dove i più perseguitati risultano essere gli ebrei. A Kiev invece, un governo definito “nazista” non è oggetto di accuse da parte degli ebrei, il cui Rabbino sostiene che non si sono verificati episodi di antisemitismo, mentre nelle zone controllate dai filo-russi, ma anche in Russia, è in atto una nuova persecuzione degli ebrei.
In Crimea i tartari sono costretti a lasciare le proprie terre e ad abbandonare la regione. Gli ebrei vengono regolarmente schedati e gli appartenenti ad Organizzazioni non Governative (ONG) costretti ad abbandonare la penisola.
Sarà un nuovo modo di combattere la xenofobia e l’antisemitismo ucraino, ma, chissà perchè, ricorda i metodi tanto in voga durante il famigerato Terzo Reich di Adolf Hitler…
Gian J. Morici