Alla fine, come sempre accade, arriva il momento di pagare il conto con la giustizia, un conto particolarmente salato.
Magistratura e Guardia di Finanza restituiscono definitivamente alla collettività dei contribuenti l’intero patrimonio – pari a circa 15 milioni di euro – di un ottantenne residente in Ardea (RM), già denunciato nel giugno 2013 per aver sempre omesso di dichiarare i suoi redditi.
I finanzieri del Comando Provinciale di Roma avevano già cautelato il patrimonio accumulato frodando il fisco, ricostruendo, solo per gli ultimi 10 anni, introiti in contante per oltre 3,3 milioni di euro derivanti dalla locazione in nero di numerosissimi immobili tra Ardea e Roma.
Il prosieguo delle indagini, condotte dalla Compagnia di Pomezia sotto la direzione della Procura della Repubblica di Velletri, ha consentito al Tribunale di Roma di emettere una misura di prevenzione patrimoniale consistente nel sequestro di beni per un valore di 15 milioni di euro e, precisamente, 47 immobili, tra Ardea e Roma – Tor Vergata, oltre a 3 automobili, un ciclomotore e un camper.
Le Fiamme Gialle ci sono arrivate tessendo una capillare serie di controlli sull’edilizia residenziale.
Un piano studiato per contrastare il fenomeno degli affitti in nero, sviluppato in sinergia con Prefettura, Roma Capitale, Università Tor Vergata, Roma 3, Sapienza e Laziodisu, che ha già consentito di recuperare a Roma e provincia 27 milioni di euro nel 2013 e quasi 2 milioni nel 2014.
Nel caso specifico è stato applicato il Decreto Legislativo nr. 159/2011, che consente il sequestro dei beni che risultano sproporzionati alle capacità reddituali ufficiali nei confronti di coloro che “per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose”.
La Magistratura è giunta a tale conclusione tenendo conto sia della poderosa evasione fiscale, constatata nel 2013, sia prendendo in considerazione il profilo criminale dettagliatamente ricostruito dai Finanzieri.
Infatti, la genesi del ragguardevole patrimonio, secondo le risultanze delle investigazioni, è riconducibile all’impiego di proventi illeciti derivanti dalla commissione di delitti contro il patrimonio e fiscali, attuata a partire dai primi anni ’50, quando l’odierno ottantenne era un minorenne.
Già definitive undici condanne per furto, una per ricettazione e due per reati edilizi, oltre l’indagine penale tributaria in corso.
I proventi dei reati commessi, tra la fine degli anni ‘60 e nel corso degli anni ’70, sono stati investiti nell’edificazione abusiva di 2 palazzine nella zona di Roma – Tor Vergata, oggetto dio richiesta di condono edilizio formulata alla fine degli anni ’80, complessivamente composte di nr. 33 unità immobiliari, da subito concesse in locazione. Successivamente, veniva edificata abusivamente una ulteriore palazzina in Ardea, composta di nr. 14 unità immobiliari, anch’esse fin da subito concesse in locazione in totale evasione delle imposte. Anche tale immobile è stato oggetto di condono edilizio.
Ora, con un provvedimento di confisca dei beni in sequestro, l’intero patrimonio è divenuto di proprietà dei contribuenti e potrà essere destinato a finalità sociali.
Nel corso della conferenza stampa, tenutasi, oggi, presso la caserma della Guardia di Finanza di Colleferro, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, Dr. Francesco Prete, ha inteso dichiarare che: “Con questo provvedimento prende avvio un nuovo sistema di lotta all’evasione: sottrarre all’evasore il profitto dei reati è la maniera più efficace per dissuadere i soggetti che per anni hanno accumulato patrimoni illeciti in danno della collettività.”