In risposta al simpaticissimo articolo di Rolandfan:
Nella fase conoscenza-interesse-amore, gli uomini sembrano tutti uguali.
Tutti adoni, perfetti, amorosi.
Il cervello della donna, ottenebrato dallo squilibrio ormonale della pillola (prima) e dalla spinta alla riproduzione (poi), non riesce ad analizzare con sufficiente lucidità le caratteristiche comportamentali della persona che ha di fronte, in alcuni casi commettendo l’errore di sposare e riprodursi con un uomo assolutamente inadatto a lei.
E allora, dall’alto della mia pluriennale esperienza, voglio qui elencare alcune tipologie di uomo da evitare, anche al costo di rimanere nubili per tutta la vita (no, non sto suggerendo che TUTTI siano da evitare).
Cercherò anche di indicare i segnali precoci che possono portare a identificare il temibile personaggio, e possibilmente qualche consiglio per liberarsene, qualora possibile.
1. L’uomo protettore
L’uomo protettore è subdolo. È la rappresentazione vivente del famoso detto: “Il sentiero che porta all’inferno è lastricato di buone intenzioni”. Apparentemente è perfetto.
Quando rientrate la sera stanche, vi massaggia i piedi con delle pozioni saline miracolose. Se avete freddo d’inverno, si mette al vostro fianco e vi scalda i piedi, alzando quindi la vostra temperatura corporea.
Se volete un caffè macchiato, non dovete neanche chiederlo, lui sa quando è il momento di portarvelo.
Quando siete al computer intente a lavorare (in realtà siete su Facebook, e avete trovato il post di un blog così semplicista che dovete assolutamente rispondere, ma lui non sbircia mai), compare silenziosamente con aperitivo, bruschette e olive biologiche. E aspetta che finiate per portare tutto via, lasciando la scrivania immacolata.
Quando si fa l’amore, l’uomo protettore prepara sempre prima la stanza con incensi, candele, e musica d’atmosfera, e lascia sul comodino un olio al gelsomino per massaggiarvi.
Quando siete con gli amici, qualsiasi stronzata diciate, l’uomo protettore sorriderà armoniosamente, e starà al vostro fianco adorante, strizzando l’occhio orgoglioso come il proprietario di un Bar-Tabacchi.
Insomma, l’uomo protettore sembrerebbe apparentemente perfetto, ma… noooo!
Se avete invitato a casa le collaboratrici del vostro gruppo di ricerca sulle rappresentazioni di genere nel terzo millennio, e dovete far bella figura perché voi coordinate il gruppo, l’uomo protettore si presenta in boxer, dicendo “tanto qui siamo in confidenza”, facendovi salire la pressione.
Se state cercando di decifrare un concetto complesso e non ce la fate proprio, l’uomo protettore vi suggerisce di darvi una mano, visto che lui quel concetto l’ha riformulato nella tesi di laurea (discussa 10 anni fa), allora accettate e dopo un’ora, vi rendete conto che di quel concetto non ha capito una mazza (e le tesi di laurea non le legge nessuno).
Ma la cosa peggiore è che ha in serbo un diabolico piano per il vostro futuro. Se per errore dite “cosa ne pensi se invece di continuare a fare ricerca qui accetto questo posto all’ONU e ti mantengo, pensa che figata andare a vivere a NYC!”, lui vi risponde immediatamente che è meglio che restiate dove siete (guadagnando un terzo di quanto guadagni lui), perché siete così brillanti che troverete un lavoro in qualsiasi posto del mondo, mentre lui non troverebbe nessun lavoro e ha bisogno di fare esperienza proprio in quel posto lì, e grazie al suo stipendio, potete vivere anche voi mentre continuate a fare ricerca sottopagate.
L’uomo protettore alla lunga sviluppa il vostro istinto omicida come pochi altri uomini, soprattutto quando vi rendete conto che avreste dovuto accettare il posto a NYC perché magari adesso siete precarie (e soprattutto perché sapevate fin da bambine che una donna ha bisogno di soldi e di una stanza per sé if she is to write fiction… ma questa è un’altra storia).
Come individuarlo per tempo: l’uomo protettore al primo appuntamento non parlerà, e vi guarderà per tutto il tempo con gli occhioni spalancati, anche se non siete proprio Julia Roberts. Le uniche parole proferite saranno: “non ho mai visto una donna così brillante”. Da quel momento in poi, non riuscirete più a uscire di casa senza portarvelo dietro, ma in realtà è lui che si porta dietro voi e quando ve ne renderete conto sarà troppo tardi.
Come liberarsene: idranti di acqua gelata, a volte il vaccino contro la febbre gialla funziona.
2. Il metrosessuale
Si sarebbe potuto chiamare anche uomo pseudoeterosessuale, Narciso, oppure macomenonteneseiaccortaprimaseipropriocretina.
E’ una grande categoria che racchiude tutti gli uomini che usano tre tipi di creme diverse, hanno la mascherina antiocchiaie in frigorifero, si ricordano di fare la spesa, cucinare e, citando Alberto Tomba, sono dei gran gnocchi.
Appena varca la soglia di casa e vede la sua immagine riflessa nello specchio dell’ingresso, il metrosessuale viene preso da un raptus indescrivibile: ha una ruga in più di stamattina (ovviamente si è guardato allo specchio almeno un centinaio di volte durante la giornata, ma ogni specchio è diverso e il vero giudice è quello dell’ingresso).
Allora il metrosessuale si spoglia, si fa l’iniezione all’acido glicolico (si chiama così?), guardandovi con odio, perché pur non mettendo creme, non avete una ruga nemmeno a pagarla, e va a dormire arrabbiato.
Come individuarlo per tempo: Ascoltate i moniti dei vostri amici omosessuali (“se lui è etero, io sono Madonna”, [però davvero il mio amico V somigliava a Madonna!]) e delle vostre amiche fashion victims “ma è troppo figo per essere etero”, ma la prova infallibile resta il post-coitum: se dopo l’amore si gira dall’altra parte, è finita.
Come liberarsene: usate le sue creme e fate sparire la mascherina per le occhiaie dal frigorifero.
3. L’uomo-cozza
Altra categoria subdola, di difficile individuazione.
L’uomo-cozza prima del matrimonio è semplicemente perfetto.
Vi adora, ma non vi idolatra. Esce con voi e con gli amici e amiche, beve la sua birretta, fa battute ed è l’idolo delle vostre amiche. Capisce quando volete stare con i vostri amici o amiche.
Viene al cinema con voi a vedere i film francesi intellettuali in lingua originale anche se non capisce una mazza di francese, né del film. Appena si entra dentro casa ci si può fare l’amore senza neanche dover arrivare alla camera da letto, e senza mal di testa, indisposizioni, Grey’s Anatomy e simili.
L’uomo-cozza vi concede il matrimonio sobrio, in comune, senza vestito con lo strascico, senza dover invitare tutti i suoi parenti, senza il fotografo ufficiale e le bomboniere di Raspini.
L’uomo-cozza insomma è l’uomo ideale, finché non nasce il primo figlio. A quel punto si trasforma improvvisamente in mammo, e voi, semplicemente, non esistete più. Potete girare per casa nude con uno sturalavandini in testa o un tanga di zucchero filato, e lui non vi noterà. Potete andare in trasferta per lavoro per un mese, e quando tornerete non saprà neanche che siete stata via.
Potrete mettere in piedi tutte le strategie più sofisticate per convincerlo a fare l’amore, ma ci sarà sempre la pappa del bambino, la cacca del bambino, il pianto del bambino, la febbre del bambino, il bambino e basta, ad impedire anche un frugale accoppiamento.
L’uomo-cozza si accorgerà di nuovo di voi solo quando la natura gli comunicherà che è arrivato il momento di fare un altro figlio, e passerete un breve, illusorio, momento di passione, durante il quale lo potrete possedere carnalmente in tutti i modi possibili e immaginabili, vi porterà la cena a letto, verrà con voi a vedere i film francesi, inviterà a cena le vostre amiche.
Tutto ciò, chiaramente, finirà insieme alle vostre mestruazioni.
L’uomo-cozza, infine, ridiventerà il vostro uomo ideale intorno ai 65 anni, quando i figli saranno grandi e lui sarà in pensione. Peccato che voi ormai sarete una cougar, con due o tre toy-boys trentenni, e non vorrete cambiare la situazione.
Come individuarlo per tempo: ci vuole attenzione, non è semplice. Quando siete al ristorante, o in vacanza, guardate se gira sempre la testa per seguire i bambini, oppure se si ferma a sorridere a una neomamma, oppure se è quello che organizza sempre i giochi in spiaggia per tutti i bambini dello stabilimento.
Come liberarsene: se avete capacità di sopportazione sufficienti, ci si può convivere, facendogli fare e mantenere tre o quattro figli, e poi passando tutto il tempo a casa dei toy-boys.
Se siete arrivati fino in fondo ridendo, siete donne. Di solito gli uomini non leggono. Ho ancora tre categorie da aggiungere, ma il mio toy-boy mi reclama. Magari domani mi applico e continuo.
Christine de Pisan