Sequestro milionario, tra cui due hotel di lusso nei confronti di affiliati della cosca dei Gallico.
Le indagini, condotte dal Centro operativo della Dia di Roma e dagli agenti della questura di Reggio Calabria e del commissariato di Palmi hanno permesso di arrivare a Giuseppe Mattiani e a suo figlio Pasquale, oltre ad alcuni familiari, quali intestatari di un vasto patrimonio mobiliare ed immobiliare, frutto di attività illecite.
Il sequestro è il risultato di due complesse e convergenti attività di indagine che hanno consentito di acquisire gli elementi necessari a dimostrare il legame dei due alla Cosca dei Gallico, operante nella provincia reggina.
Con l’operazione di oggi sono stati sequestrati alla società “Hotel Residence Arcobaleno SAS”, il “Grand Hotel Gianicolo” di categoria 4 stelle lusso provvisto di 48 camere più piscina e parcheggio interno e, a Palmi, l’hotel Arcobaleno sempre di categoria 4 stelle.
In totale il sequestro ha riguardato 53 beni immobili tra Roma, Castiglione dei Pepoli (Bologna) e Palmi costituiti da: 13 fabbricati di cui uno in costruzione, 14 terreni edificabili, 26 terreni agricoli, oltre a 9 autovetture e a rapporti bancari intrattenuti in 13 istituti di credito.
Il valore stimato dei beni ammonta a circa 150 milioni di euro.
Tutto ha inizio nei primi anni novanta, quando un modesto motel della periferia di Palmi, si trasforma in una società dal capitale miliardario abilmente suddiviso tra i figli appena ventenni del Mattiani, in quote di circa 250 milioni di lire ciascuna.
Nel 1991, grazie all’appoggio in campagna elettorale di personaggi vicini alla cosca dei “Gallico”, Giuseppe veniva eletto vice-sindaco del nuovo Consiglio comunale di Palmi.
Poi la nuova società, sul finire degli anni novanta a ridosso del Giubileo, fa un grande salto a livello finanziario: acquista un monastero a Roma, sul colle del Gianicolo, uno dei posti più belli della Capitale, per trasformarlo in un lussuoso albergo a quattro stelle.
Nel 1997, padre e figlio venivano arrestati per il reato di truffa aggravata in danno della Regione Calabria.