Quando una o più persone proclamano ad alta voce la loro necessità di distruggere, ferire a morte, insultare con propositi virtuali e reali, categorie di persone con atteggiamenti e progetti omofobi degni di un film horror, non si può parlare di opinione, ma di crimine.
La domanda che sorge spontanea è: chi c’è dietro un sito virtuale e cosa è pronto a mettere in pratica nel reale? La comunicazione di alcuni ‘soggetti’ è palesemente pericolosa, tanto da riportare a ‘patologie psichiatriche’ degne di diagnosi complesse.
Incitamento all’odio, alla distruzione con particolari agghiaccianti, smuovono le coscienze sulla reale attuazione di ‘ideali di follia’. Ciò che resta difficile da comprendere è come ‘la libertà di pensiero’ possa permettere a chiunque di realizzare ‘handmade’ una bomba ad orologeria per menti deboli, influenzabili, malate.
Crisi economica, disoccupazione, crescita dell’immigrazione e una classe politica che della xenofobia ha fatto il proprio cavallo di battaglia elettorale, hanno fatto sì che anche sui social network nascessero gruppi di fanatici dalla personalità complessa che prepara terreni di distruzione, palesando offese, intenzioni, istinti compulsivi per annientare, sterminare godendo di questo stimolo cerebrale che andrebbe riportato alla normalità.
Il gruppo cui facciamo riferimento nell’articolo, nato con ampie finalità sociali, si chiama “te lo regalo se vieni a prenderlo”. Padre dell’idea, Salvatore Benvenuto, che vive nel Canton Ticino, la “policy” del gruppo, recita espressamente che non sono ammessi Animali, armi, medicinali e materiale a sfondo sessuale.
Inizialmente faceva capo a un gruppo solo, ora sembra che questo qui consenta le creazioni di sottogruppi senza un minimo filtraggio, quindi starebbero proliferando cellule che non si sa che finalità perseguano.
Quella del Veneto ad esempio pubblica una quantità indicibile di foto oscene e di proclami a sfondo razziale. Foto di minori di colore deturpati nel corpo, animali sezionati, ingiurie, parole che fanno rabbrividire. Il gruppo, che non ha la minima finalità solidale, sembra avere come unica finalità quella di alimentare questioni xenofobe contro i meridionali e gli immigrati.
Alcune delle immagini pubblicate nell’articolo abbiamo dovuto censurarle visti i contenuti agghiaccianti, così come sono stati censurati i nomi di utenti che hanno postato commenti, spesso di critica, alle immagini.
Abbiamo però ritenuto opportuno lasciare il profilo Facebook di due amministratori (Zoe Andreini e Ugo Bruno) della pagina, affinchè i lettori, e quanti per dovere istituzionale dovessero interessarsene, sappiano chi sono questi soggetti che, nel violare le leggi previste dal nostro ordinamento giuridico, danno segni di un malessere psichico che merita certamente maggiori attenzioni.
Purtroppo, sui social network, esistono oltre 800 gruppi italiani che come quello succitato, alimentano l’odio razziale.
Premesso che ogni forma di razzismo, oltre che contraria a qualsivoglia morale, è un crimine punito dalla legge italiana, vi lasciamo alle immagini che non necessitano ulteriori commenti da parte nostra.
gjm
A distanza di poche ore dalla pubblicazione dell’articolo e dalle segnalazioni effettuate, la pagina Facebook è stata rimossa. Il profilo Fb di Zoe Andreini, appartiene ad un troll che già in passato si era “distinto” per le spregevoli affermazioni razziste. Nel 2011, alcuni troll avevano creato un gruppo Facebook al quale faceva parte anche Zoe Andreini. Tre di loro, dopo circa una settimana di indagini, vennero identificati e denunciati dalla Polizia Postale. Visti i contenuti pubblicati nel gruppo di cui sopra e che non abbiamo pubblicato in quanto più offensivi e scabrosi di quelli riportati nell’articolo, confidiamo sul fatto che i responsabili di gesti così orrendi e in violazione delle norme previste dal nostro codice penale, vengano individuati e deferiti all’Autorità Giudiziaria.