Era braccato dalle polizie di tutta Europa perché accusato di aver ucciso, il 12 giugno a Oslo (Norvergia), la propria moglie diciassettenne, e di aver rapito la figlia di appena due anni.
Il fuggitivo, Noori Ahmad nato in Afghanistan 28 anni fa, è stato individuato e arrestato dagli esperti del Cnaipic della polizia postale e delle comunicazioni, al termine di un’indagine iniziata venerdì sera.
In base agli accertamenti dei poliziotti norvegesi risultava che il ricercato, dopo una lunga fuga in autobus e treno attraverso l’Europa, avrebbe potuto trovarsi in Italia.
Immediata la richiesta di collaborazione arrivata alla sala operativa del Cnaipic, al quale venivano forniti due indirizzi IP, riconducibili a Roma e Brescia, relativi ad alcune connessioni provenienti dal nostro Paese.
Un’altra traccia fornita, che si è poi rivelata fondamentale nel corso delle indagini, è stato il codice Imei del cellulare utilizzato dall’uomo.
Fino a sabato pomeriggio la ricerca sul territorio italiano ha dato esito negativo. Poi la svolta decisiva. Il cellulare, associato al numero intestato a un extracomunitario residente a Napoli, ha agganciato una cella di Roma.
Da quel momento gli specialisti della postale hanno cercato in tutti i modi di localizzare il fuggitivo, cosa resa molto difficile dall’elevata densità abitativa dei quartieri come Eur, Termini, Ardeatino e Casilino, in cui di volta in volta veniva agganciato il segnale del cellulare.
Poi finalmente la traccia decisiva: una connessione effettuata sabato sera da un internet point in zona Tor Pignattara, riscontrata dal tracciamento del telefonino.
Domenica mattina l’epilogo dell’indagine.
La sala operativa del Cnaipic ha intercettato le tracce di alcune brevissime e molto costose telefonate effettuate verso l’Iran dal fuggitivo, che hanno indotto gli investigatori a pensare che si trattasse di una richiesta di collegamento a Skype. Immediata la corsa verso l’internet point di via della Marranella.
Grazie all’analisi del profilo Facebook gli agenti della postale avevano studiato le foto recenti del fuggitivo e quando lo hanno visto mentre entrava in un portone insieme alla bambina, lo hanno fermato immediatamente. Anche il particolare della cicatrice sul suo gomito destro ha contribuito all’identificazione di Noori, che aveva in tasca il cellulare con la scheda tracciata.
Alla domanda sulla sua identità l’uomo ha annuito con un cenno del capo, dopo di che si è chiuso in se stesso, comunicando solo con la bambina, nella loro lingua di origine.
La figlia sta bene, è tranquilla ed è stata momentaneamente affidata a un istituto religioso in attesa della documentazione necessaria per il suo ritorno in Norvegia.
Per l’uomo, fermato in esecuzione di un mandato di arresto europeo, è stata avviata la procedura di estradizione, e a breve verrà affidato alle autorità giudiziarie norvegesi.
Il risultato positivo della ricerca è frutto dell’accordo internazionale tra le forze di polizia denominato “Htc Emergency – G8 24/7 network” che per la prima volta ha dato dimostrazione della sua validità attraverso la veloce comunicazione tra i 75 Paesi aderenti.