Impossibilitato a contattarLa di persona, mi permetto di comunicare con Ella, a mezzo stampa.
Sono un ex interinale Multiservizi, ora in lite giudiziaria, presso la sezione lavoro del tribunale di Agrigento.
Non desidero entrare nell’aspetto legale della vicenda, nè rimarcare il costo che finora ha sopportato la Regione e quanto danno ancora dovrà subire, ma semplicemente pregarLa di soffermarsi su come debba sentirsi, e cosa debba pensare chi ha, da parte Sua e/o dei suoi collaboratori, ricevuto innumerevoli volte assicurazioni circa il buon esito della vicenda ex interinali e tale intendimento è da Lei stato più volte divulgato a mezzo stampa.
In riferimento a noi ex interinali di Multiservizi, non voglio fare l’elenco di quante volte ha fatto dichiarazioni, che ci hanno fanno sognare, ma mi permetto di ricordarLe una sola delle Sue rassicurazioni in merito al nostro futuro: “Dobbiamo utilizzare i nostri precari, non licenzieremo nessuno”.
Nella recente finanziaria sono state poste in essere azioni lodevoli nei confronti di PIP, LSU, precari di enti locali, forestali, etc…
Nulla invece è stato fatto per noi ex interinali.
Mi rendo conto che la nostra, ex interinali Multiservizi, è una storia come tante altre. Una di quelle storie che a volte finiscono sui “bollettini di guerra” dei giornali.
Dal 2009 al 2011, oltre mille suicidi per crisi. Nei primi mesi del 2012 erano già più di 120.
Storie tristi, farcite di speranze deluse, da chi, in giacca e cravatta, sbandiera proclami togliendoci la vita e la dignità. Mi rendo conto, anche, che molti padri di famiglia che non hanno più un lavoro, per costoro non facciano nessuna differenza. Ma, mi creda Presidente, la differenza la fa per quei figli, che leggono la disperazione negli occhi dei loro genitori. La fa per quei genitori che non hanno il coraggio di guardare negli occhi i propri figli.
Per molti è facile pensare che noi siamo stati utilizzati da una classe politica che ci ha sempre visto come bacino di voti e non come esseri umani che hanno una propria dignità e il diritto a vivere una vita normale.
Ma Lei no. Lei non è come tanti altri. Non posso crederlo. Ed è per questa ragione che mi trovo a esortarLa ad una riflessione: è necessario aspettare che qualche altro nome si aggiunga al triste “bollettino di guerra dei caduti del mondo del lavoro che non c’è più” prima d’intervenire?
La ringrazio, fin d’ora, per quanto potrà fare, a nome di circa 160 anime con mogli e figli che hanno in Lei riposto, la speranza di poter affrontare, il domani in maniera dignitosa.
Non spero in un miracolo, ma in una Sua umana risposta.
Le auguro tanta serenità e forza, nell’affrontare la nostra vicenda, ed i gravi problemi,
che soffocano i figli di questa amata sicilia.
Gradisca i miei più rispettosi saluti.
D’anna Angelo
caro presidente mandaci a lavorare ridacci il nostro pane che ci avete tolto con questa politica che ci gira intorno priva di sentimenti e di sincerita’ di promesse invane …………crocetta uno di noi