Giorgio Napolitano non si dimette ed eserciterà il proprio mandato sino all’ultimo giorno. L’Italia, afferma il Presidente della Repubblica, di fatto ha un Governo in carica, quello Monti. Il Capo dello Stato per porre rimedio allo stallo politico del dopo elezioni, ha fatto ricorso alla formazione di due gruppi ristretti, composti ciascuno da 5 “personalità” scelte dallo stesso. Una commissione si occuperà dei temi politico-istituzionali mentre l’altra sarebbe chiamata ad interessarsi delle emergenze economiche e sociali del paese. I dieci “Saggi” che andranno a costituire le due commissioni sono i seguenti: Valerio Onida, Luciano Violante, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Enrico Giovannini, Giovanni Pitruzzella, Salvatore Rossi, Giancarlo Giorgietti, Filippo Bubbico, Enzo Moavero Milanesi.
Fuori i grillini e i falchi anti Berlusconi da questa cabina direttiva voluta da Napolitano che di fatto commissaria i partiti e congela il parlamento concedendo grande potere a queste due commissioni che elaboreranno proposte che possano essere condivise dalle principali forze politiche coinvolte, per poi sottoporle al parlamento. Dalle Commissioni potrebbe venir fuori il nome del prossimo Capo dello Stato e quello del Governo. Nessuna donna e nessun giovane nel gruppo che costituirà le due commissioni ma semplicemente attempati politici navigati e uomini vicini alla politica.
Di fatto per trovare una qualche convergenza tra le forze politiche, Napolitano astutamente ha fatto fuori i cinque stelle e quanti in parlamento avevano finalmente intravisto la possibilità di liberare il Paese dal Cavaliere iniziando proprio da una legge sul conflitto d’interesse seguita da quella sull’ineleggibilità. Il cambiamento tanto auspicato, che passava anche dal mettere all’angolo Silvio Berlusconi e con lui tutto il PDL, non è stato possibile soprattutto per volontà o colpa del M5S che, dall’alto di una propria presunta purezza incontaminata, a più riprese ha dichiarato che mai avrebbero potuto dare la fiducia a un governo Bersani, così come a un qualsiasi altro governo che non fosse cinque stelle.
Questi dunque gli esiti di un braccio di ferro ad oltranza che il M5S – probabilmente, incapace di assumersi la responsabilità di governare il Paese – ha tenuto con le diverse forze politiche e soprattutto con la coalizione di centrosinistra che spingeva per combattere la crisi e cambiare lo scenario politico italiano accompagnando Silvio Berlusconi fuori dalla scena politica.
Giorgio Napolitano con questa sua ultima mossa ha sicuramente posto una barriera davanti a uno Tsunami a cinque stelle che pare perdere di potenza. Secondo gli ultimi sondaggi infatti il M5S a differenza del PDL sarebbe in calo di consensi. Certamente Napolitano, rivolgendosi alla vecchia politica con i dieci saggi, ha deluso i giovani italiani che hanno votato M5s, ma, soprattutto, ha deluso i giovani e le donne di grande competenza e validità oggi in parlamento che si aspettavano di essere coinvolti nel tentativo di portare il Paese fuori dallo stallo politico ed economico.
Che sia questo l’inizio di un importante ridimensionamento del M5S che ha avuto l’abilità di catalizzare a se’, con promesse di cambiamento, il voto di protesta dei tanti delusi di centrodestra e centrosinistra?
I loro continui rifiuti a Bersani e a tutta la coalizione di centrosinistra, rischiano di restituire al più presto quello che resta dell’Italia a Berlusconi, poiché gli elettori delusi dal PD e dal PDL che col loro voto di protesta alle scorse politiche hanno appoggiato il M5S, alla prossima tornata elettorale potrebbero girare le spalle al movimento di Grillo tornando a votare i vecchi partiti di appartenenza. Se così fosse il M5S avrebbe fallito la missione di rinnovare il paese rottamando il vecchio sistema politico dei partiti che potrebbero ritornare in gioco più rafforzati e credibili che in passato.
Il dimissionario governo di Mario Monti resta al proprio posto, almeno per adesso, dopo l’archiviazione netta e senza scosse della brevissima esperienza Bersani. Il governo inoltre, d’intesa con la UE, starebbe per adottare provvedimenti economici urgenti attraverso i lavori della commissione presieduta dall’on. Giorgetti e grazie al contributo del nuovo parlamento.
Nonostante tutti i propositi del Capo dello Stato il malcontento dei partiti non si è fatto attendere e se già ieri Angelino Alfano dichiarava: “O si fa un esecutivo di larghe intese o si va al voto”, oggi Dario Franceschini ha espresso le proprie perplessità sulla possibilità che il lavoro delle commissioni possa portare alla formazione di un governo condiviso, unitamente alla certezza che i saggi non possono sostituirsi al parlamento. Grillo dal suo Blog rilancia: “Il Paese non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell’inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno di “badanti della democrazia”, ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta”.
Sono in molti a ritenere che questa operazione di Napolitano con i dieci “Saggi” che dovrebbero cambiare tutto per non cambiare niente, sia il canto del cigno di un settennato che fortunatamente se ne va portandosi dietro i moniti inascoltati, i fallimenti politici, le indagini della magistratura messa a tacere e quelle scottanti intercettazioni telefoniche che verranno distrutte e di cui forse nessuno ne terrà memoria.
Il Presidente non si dimette ma va avanti, tanto il suo settennato scadrà tra pochi giorni, poteva risultare più semplice dimettersi e seguire la via che dignitosamente ha imboccato il Ministro Giuliomaria Terzi di Sant’Agata. Giorgio rimane, nonostante, il suo ultimo controverso atto di scelta di questi dieci Saggi che per i partiti sarebbe molto più saggio non seguire per il bene e il futuro della Repubblica Italiana.
Se questa è la condizione economica e politica vista dall’interno del paese, non migliore appare all’estero, dove si continua a definire “incerta e preoccupante la situazione italiana”.
Totò Castellana
i delusi da PD e PDL che hanno votato M5S tornerebbero a votare i partiti perchè M5S non ha dato la fiducia a un partito? ma che ragionamento è? Chi ha votato il movimento per semplice delusione dei partiti ha sbagliato voto, il movimento è fatto di proposte, non solo di protesta…
La trovata dei dieci matusa-saggi non mi stupisce. Giorgio Napolitano è un comunista post Berlinguer. Gli ideali, buoni o cattivi che fossero hanno da allora lasciato il posto a un nuovo concetto nei partiti, l’auto-alimentazione. Questo era, ed è, la meta principale a cui tendono, tutto il resto conta poco. E milioni di Italiani sacrificano a questi Molok il proprio futuro e quello dei loro figli, beccandosi tra di loro come i polli di Manzoni. Napolitano e una gran parte dei politici, al di la dei loro penosi e stra-usati discorsi, come accadde a Luigi XVI non sono in grado e non vogliono comprendere cosa significhino le necessità della gente comune. Sono assoluti conservatori di un sistema che li ha scelti come i più adatti a questo stato di cose. E questo con il beneplacito e il supporto dei loro polli che considerano il loro partito come fosse la squadra del cuore. No mi stupirei se al semi-talebano Grillo non subentrasse un talebano vero, con ghigliottine e tutto il resto.
Castellana…è difficile fare il padre di famiglia, pensi governare un paese. Lei che ne ha l’opportunità, come molti in Italia, scriva scrivete) messaggi positivi. tutto ciò che ha postato è ovvio, come è scontato l’attacco a chi sta per terminare un mandato.
Nulla di nuovo, quindi, neanche da lei.Saluti
chi ha scritto questo articolo, evidentemenre é del pd e gli fa rabbia che Grillo e i suoi non abbia mollato alle proposte e trappole degli altri partiti.
Come si fa a dire che il M5S per mettere in pratica le promesse di cambiamento doveva appoggiare Bersani, che venendo da un partito che vive solo di politica non ha nessun interesse a cambiare veramente ma solo a mantenere i privilegi
della casta.
Tutti vorremmo una politica senza Berlusconi, ma anche senza tutti gli altri vecchi politici assetati di potere e soldi, e per fare questo non si puó appoggiare nessun governo con a capo uno qualsiasi di questi vecchi, ma si puó appoggiare solo persone nuove o al massimo si potrebbe rischiare con Renzi che farebbe bene a insistere sul fatto di mandare a casa tutti i vecchi politicanti compresi quelli e soprattutto quelli del suo partito.
Luca Mogetta
Da Porto Recanati