Palermo – Bersani e Renzi hanno riempito Piazza Verdi. Gli ultimi sussulti di campagna elettorale prima del voto sembrano stiano portando bene al Pd. Si, perchè, ad esempio, proprio da quelle parti era da tempo che il centro sinistra non riempiva una piazza in quel modo. Nella terra che fu del “sessantuno a zero”, dove il berlusconismo è stato per anni imperante, nel periodo in cui la politica in generale patisce l’handicap delle mancate risposte sul territorio, il Partito democratico sembra dimostrare compatezza credendo nella vittoria finale. Chi era presente “al Massimo” se ne sarà accorto.
L’apertura è stata affidata al fiorentino Matteo Renzi che ha subito dato “del tu” alla folla, e con fare diretto e giovanile ha invocato “un voto col cuore e non con la pancia”, mettendo in guardia chi sta pensando ad una preferenza grillina. Renzi si è soffermato sulla necessità di unirsi sempre più per diventare ancora più grandi, non facendo misteri di chi gli propose di creare un gruppo a sè, che avrebbe potuto “fruttare” fino a cento deputati. Ma per Renzi la scelta definitiva è stata “mettere da parte la personalizzazione per non uccidere un modello di comunità politica”. Dopo aver ricordato Falcone e Borsellino con un “ho iniziato a fare politica quando ho visto che c’erano dei magistrati che morivano per il bene comune”, Renzi ha scosso i palermitani con un “ma cosa hanno fatto per questa terra ve lo siete mai chiesti?”.
Presa la parola Bersani con le bandiere del Pd sventolanti, il candidato Premier della coalizione che racchiude “il megafono di Crocetta”, “Sinistra e libertà”, “Centro democratico”, “moderati” ed appunto il “Pd” – ha subito dichiarato: “vinciamo noi!”.
I buoni propositi di Bersani – sui quali pare voglia puntare in caso di elezione – si sintetizzano in cinque macro-topic: “solidarietà”, “equità”, “lavoro”, “onestà” e “regole”.
“Siamo sicuri che l’Italia ce la farà – ha affermato il leader democratico – ma nella verità e nella qualità. Quello che sosteniamo adesso in campagna elettorale, lo diremo e lo faremo anche dopo al governo. Cerchiamo di chiudere insieme la lunga stagione del leghismo, dell’egoismo e della divisione”.
Bersani non la fa tanto lunga, pochi giri, ogni parola sembra uscire dalla bocca di un amico di famiglia e non da un politico di oggi. Proprio per questo riscuote ovazioni ed appluasi. Gli stessi che gli ha tributato l’ex consigliere comunale di Agrigento Giuseppe Arnone, attaccato alla transenna che delimitava la prima fila. Sembra si siano spenti – dunque – i malumori dovuti alle candidature, Capodicasa compreso. “W il Pd partito della gente per bene e delle liste pulite”, era infatti il messaggio lanciato dai poster e dai posterbus del giaguaro, commissionati dall’avvocato ambientalista, che ormai sembrano aver messo una pietra tombale sui “rimproveri” che lo stesso aveva proferito alla direzione nazionale del Partito democratico.
Il discorso di Pierluigi Bersani ha toccato un attimo di commozione quando, parlando di lavoro, ha riportato alla memoria il recente suicidio di Trapani: “Giuseppe ci dice che il lavoro non è solo dar da mangiare alla famiglia, ma è soprattutto dignità”. E’ proprio dal lavoro, dalla dignità e dalla Sicilia che Bersani vuol far ripartire l’Italia giusta.
“Nel resto dell’Italia – ha continuato lo stesso – abbiamo gli stessi problemi, ma qui nel Mezzogiorno sono raddoppiati. E quindi da qui dobbiamo raddoppiare le risposte. Spero che il vento della Sicilia, grazie anche a Crocetta, vinca a Roma. W l’Italia bene comune, date tutti una mano – ha concluso tra gli applausi – verso la vittoria”.
Rogero Fiorentino