La Golden Dawn (Alba dorata), per i cultori della storia era una società segreta e occultistica inglese creata alla fine dell’800, che raggiunse il suo massimo splendore negli Anni 20, quando a seguito della crisi economica il nazionalsocialismo iniziò a dilagare in Europa.
La profonda crisi economica e di valori, sta portando molti giovani a rispolverare vecchi concetti di nazionalismo, illudendosi che un riscatto dei singoli paesi possa offrir loro nuove opportunità e speranze.
È accaduto in Grecia, dove il partito di estrema destra di Michaloliakos che alle politiche del 1996 aveva ottenuto meno di 5 mila preferenze (0,07%), alle ultime elezioni ha raggiunto il 6,97%, ottenendo numerosi seggi nel nuovo parlamento.
Un risultato reso possibile dal dilagare del malcontento e dalle mutate strategie propagandistiche che vedono Alba Dorata rivolgersi sempre più alla popolazione grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, abbandonando la strada della ricerca del confronto con le èlite.
Dopo aver allacciato rapporti con le formazioni dell’estrema destra serba e tedesca, il partito di Michaloliakos tenta di portare una moderna versione del nazionalsocialismo in ambito politico e culturale europeo.
Ma resta la Grecia la roccaforte di Alba Dorata. Il punto di ingresso principale per i migranti asiatici e africani che finiscono con il subire le violenze dei nuovi gruppi neonazisti che aderiscono al partito, finito al centro dell’attenzione internazionale solo quando alcuni dei suoi membri hanno riferito di aver partecipato al massacro del 1995 di Srebrenica.
Sfruttando un vuoto di sicurezza e crescente xenofobia, i gruppi ultranazionalisti di estrema destra stanno sfruttando le vecchie inimicizie e nuove paure in tutto il continente europeo eleggendo a capri espiatori dei mali della nostra società gli ebrei, gli zingari, i gay e gli stranieri.
Ma se la crisi dell’euro preoccupa i nostri governanti costringendoli a cercare soluzioni a volte drastiche, altrettanto non si può dire in merito alle pericolose tendenze politiche di un partito che cresce in tutta Europa, e che dovrebbe essere motivo di preoccupazione per l’intero continente.
Prova ne siano i simboli nazisti sempre più presenti in taluni ambienti e le varie forme di odio raziale che serpeggiano anche tra la popolazione italiana.
Un ritorno ad un’Europa degli anni ’30? Le condizioni sembrerebbero esserci tutte…
Gian J. Morici
La ragione per cui vige l’obbligo morale di aiutare i paesi periferici dell’Europa unita (Italia compresa) e di rivedere le politiche di austerità di stampo tedesco, risiede proprio nella paura che le spinte centrifughe di autodistruzione delle posizioni politiche estremiste (di destra e di sinistra) acquisiscano sempre più velocità.
Occorre invertire la condizionalità degli aiuti internazionali, tutt’ora ferma al commissariamento di fatto delle sovranità nazionali: occorre cambiare, prima gli aiuti e poi le riforme.
In Grecia, l’assunto che indica come preliminare il risanamento forzoso delle finanze pubbliche, ha comportato esclusivamente una drastica caduta del prodotto nazionale e non ha allontanato definitivamente lo spettro dell’uscita dall’euro.
Tutti noi abbiamo odiato la moneta unica almeno una volta; valuta, che non ha garantito i risultati promessi di maggiore integrazione e sicurezza economica.
L’euro è un processo non solo unico nella storia finanziaria mondiale (per il numero di cittadini coinvolti), ma anche con forti implicazioni sociali e politiche che vanno oltre l’economia.
Chi meglio della Germania conosce la storia di paesi oberati da enormi debiti pubblici da ripianare, invasi da una classe politica autoreferenziale, colpiti dalla disgrazia dell’inflazione senza controllo (almeno questo è stato risparmiato alla Grecia), affondati da una disoccupazione dilagante, erosi nella propria struttura industriale?
I paesi dell’area mediterranea sono colpevoli del proprio destino; ad esempio, nessuno potrà mai negare il fatto che la Grecia ha falsificato i propri bilanci statali per entrare nell’euro (per inciso con l’aiuto della Goldman Sachs).
Le future generazioni greche (e anche spagnole, portoghesi, italiane) non hanno nessuna colpa ma saranno costrette a pagare i nostri danni.
Passando all’Italia, siamo sicuri che la situazione attuale dipenda solo dalla classe politica? E i cittadini ? Siamo il paese con la più alta evasione fiscale al mondo. Le imprese? Un giorno Cuccia (padre-pardone di Mediobanca) affermò che le azioni si pesano e non si contano. La Chiesa ? Si mette di traverso ad ogni proposta di modifica fiscale o regolamentare che colpisca i suoi immensi patrimoni immobiliari e mobiliari.
Spero solo che la Storia (odiavo questa materia ai tempi della scuola) mantenga inalterato il valore del suo insegnamento.
Alfonso Albano