Parigi 17 novembre 2012
Il Presidente francese François Hollande, ha ricevuto questa mattina all’Eliseo il capo della nuova coalizione d’opposizione siriana, Ahmad Moaz al-Khatib.
Sul dossier siriano la Francia è un passo avanti poiché, per il momento, è l’unico paese occidentale a riconoscere il movimento d’opposizione come “unico interlocutore legittimo” della Siria.
Il Capo di Stato francese ha anche annunciato ufficialmente che la coalizione avrà un proprio Ambasciatore a Parigi, nominato dallo stesso Ahmad Moaz al-Khatib, che gli ha assicurato che il futuro governo di coalizione comprenderà “tutte le componenti siriane” e soprattutto cristiani e alawiti. Gli alawiti sono una minoranza siriana dalla quale proviene lo stesso Bachar al-Assad e dalla quale il dittatore è ancora sostenuto. Farla entrare nel nuovo governo potrebbe indurla a cambiare parere e forse evitare le sanguinose vendette che seguono una rivoluzione.
La nuova coalizione, il Consiglio Nazionale della Rivoluzione siriana e delle forze dell’Opposizione, riunisce il Consiglio Nazionale Siriano (CNS), rappresentanti dei comitati di coordinamento dell’interno e rappresentanti dell’opposizione. Lo scopo è quello di poter strutturare l’opposizione ad al-Assad.
Purtroppo le rivalità tra le diverse tendenze hanno screditato un po’ il CNS ma Ahmad Moaz al-Khatib ha dichiarato al Presidente Hollande di non vedere alcun ostacolo alla formazione di un governo di transizione : “Non c’è nessun problema. La coalizione esiste e lanceremo un appello per la candidatura al fine di formare un governo tecnico che lavorerà sino alla fine del regime” ha sottolineato al-Khatib.
Dopo la Francia è stata la Lega araba la prima a riconoscere questa coalizione come “interlocutore legittimo”, sebbene in termini misurati, ma i primi sono stati i paesi del Golfo. Algeria, Libano, Iraq e Sudan sostengono ancora Bashar al-Assad.
I paesi europei sono stranamente reticenti nel riconoscere la nuova “Coalizione” come interlocutore unico ma François Hollande ha sottolineato che: “Il lavoro di convincimento dei paesi europei e dell’UE continuerà”. Il Presidente francese vuole essere persuasivo mentre c’è già chi si chiede a cosa miri esattamente la Francia con questo gesto diplomatico. Per ora si possono fare solo inutili illazioni. Del resto è il gioco della scacchiera geopolitica. Dopo tanti, troppi mesi di carneficina, di appelli inutili dell’Occidente, e non solo, ad un Bashar al-Assad più sordo che mai, un gesto andava pur fatto. Non ci si può fermare allo stillicidio del conteggio dei morti quotidiani.
Che questo gesto diplomatico possa essere una prima pietra nella costruzione di una nuova Siria anche se la strada per la democrazia è sempre lunga ed insidiosa.
Luisa Pace
© Riproduzione riservata
Luisa Pace – France Representative della European Journalist Network, membro del comitato dell’Association de la Presse Etrangère, giornalista free-lance molto apprezzata, scrive per diversi quotidiani e periodici svizzeri, italiani e francesi: La Regione Ticino, Focus In, La Révue Défense.